Dopo il crollo avvenuto il 3 novembre scorso in Via dei Fori Imperiali, l’attenzione si concentra ora sulla tutela della storica Torre dei Conti, monumento medievale di grande valore architettonico che si trova nelle immediate vicinanze. Il sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali di Roma, Claudio Parisi Presicce, ha fornito aggiornamenti sullo stato di salute della struttura durante la commissione capitolina dedicata al Pnrr per il recupero dell’edificio.
Torre dei Conti: stato di precarietà e interventi di messa in sicurezza
“La struttura della Torre dei Conti non è integra”, ha dichiarato Parisi Presicce. Pur riconoscendo che i “comportamenti delle murature possono essere imprevedibili”, l’esame condotto subito dopo il crollo ha però fatto nascere una certa fiducia nella possibilità di preservare la struttura. “La situazione sembra governabile e non è mai stata ipotizzata la possibilità di una demolizione dell’edificio”, ha aggiunto il sovrintendente, escludendo quindi la soluzione estrema dello smantellamento.
La fase iniziale di messa in sicurezza è partita con gli interventi dei Vigili del Fuoco, che hanno avviato la stabilizzazione della facciata danneggiata. Si stanno definendo le fasi successive attraverso un tavolo tecnico permanente, convocato ogni venerdì al fine di monitorare l’avanzamento delle operazioni. La priorità è la rimozione e la fasciazione delle parti pericolanti con materiali fibro-rinforzati, come previsto dalla convenzione siglata dalla giunta capitolina la scorsa settimana, che stanzia tre mesi per questa prima fase.
Risorse economiche e prospettive temporali
L’ingegnere Roberto Botta, componente della struttura commissariale per il Giubileo, ha sottolineato che la Torre contiene ancora ingenti quantità di macerie e detriti, resi più pesanti dalle recenti piogge, e che le operazioni possono essere svolte solo da personale altamente specializzato. Per i primi interventi sono stati stanziati già 250 mila euro dal fondo riserva, ma Botta ha precisato che “probabilmente le tempistiche e le risorse andranno riviste”.
Non è chiaro quanto del progetto originario potrà essere mantenuto e si prevede una possibile integrazione finanziaria con risparmi da altri interventi. L’obiettivo è mantenere l’intervento all’interno del perimetro del Pnrr, pur con una corsia derogatoria sui tempi, dato che “non sarà possibile concludere i lavori entro giugno 2026”.






