Napoli, 14 novembre 2025 – Nel cuore del centro cittadino di Napoli, si è svolto un corteo promosso dalle reti studentesche aderenti alla giornata nazionale di sciopero, durante il quale centinaia di studenti hanno manifestato per denunciare il progressivo “smantellamento della scuola pubblica” e la carenza di interventi strutturali negli edifici scolastici della Campania.
La protesta studentesca e i simboli della manifestazione

Gli studenti hanno percorso le principali vie della città, esponendo numerosi striscioni e slogan, e hanno messo in scena azioni simboliche di forte impatto. In particolare, due manifestanti hanno indossato maschere cartonate raffiguranti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnati da una finta tomba con la scritta “Scuola pubblica, scuola laica e antifascista”. Questo elemento scenico ha voluto rappresentare, secondo gli organizzatori, il tentativo dell’attuale governo di “mettere fine” a questo modello educativo, richiamando le recenti misure e dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Valditara.
Durante il corteo si è assistito anche alla combustione di un cartellone con la scritta “manovra di guerra”, gesto simbolico di protesta contro le priorità di spesa del governo che, secondo gli studenti, favorirebbero l’aumento dei fondi destinati al comparto militare a discapito dell’istruzione.
Il contesto nazionale e le altre manifestazioni contro il riarmo
La manifestazione di Napoli si inserisce in un più ampio quadro di proteste che hanno coinvolto diverse città italiane, in particolare Roma, Genova e Torino, dove movimenti studenteschi, gruppi pacifisti e rappresentanti politici hanno organizzato cortei contro la corsa al riarmo e le spese militari. A Roma, ad esempio, si sono svolti due cortei convergenti, con oltre tremila partecipanti da piazza Vittorio e cinquemila da piazzale Ostiense, accomunati dallo slogan “Disarmiamoli”.
Durante la manifestazione capitolina sono state date alle fiamme bandiere della Nato, dell’Unione Europea e di Israele, e si sono svolti flash mob per ricordare le vittime civili nei conflitti, in particolare a Gaza. Anche a Torino e Genova sono stati esposti e presi di mira cartelloni con le immagini della presidente Meloni, del ministro Valditara e di altri esponenti politici. A Napoli, invece, i precari della ricerca hanno organizzato una “colazione precaria” per denunciare i tagli all’università pubblica e la mancanza di investimenti nel settore.
Le proteste chiedono con forza un cambiamento delle priorità di spesa pubblica, rivendicando maggiori investimenti nell’istruzione, nella salute e nei servizi sociali, e opponendosi al finanziamento crescente delle industrie belliche. La tensione internazionale, con il coinvolgimento diretto di figure come Netanyahu e le implicazioni nei conflitti in Medio Oriente, amplifica il senso di urgenza e mobilitazione nelle piazze italiane.






