Roma, 9 settembre 2025 – Una mobilitazione di grande portata ha animato questa sera le strade della Capitale in risposta al recente attacco subito dalla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza. Il movimento Global Movement to Gaza ha organizzato un imponente corteo che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, tra studenti, sindacati e diverse associazioni, con l’obiettivo di esprimere solidarietà e ribadire la determinazione a sostenere la spedizione nonostante le intimidazioni subite.
La manifestazione a Roma: migliaia in piazza per Gaza

Il corteo, partito da Piazzale Aldo Moro, ha raggiunto piazza Vittorio tra cori, slogan e striscioni che chiedevano la libertà per la Palestina e la fine del genocidio. Tra i messaggi più visibili, cartelli con la scritta “Palestina libera, stop al genocidio. Intifada fino alla vittoria”. Nel blocco studentesco sono spuntati manifesti critici verso figure politiche italiane, come la premier Giorgia Meloni, il ministro Guido Crosetto e leader dell’opposizione, con le mani insanguinate sovrapposte ai loro volti a simboleggiare una denuncia forte.
I sindacati di base hanno espresso la disponibilità a proclamare uno sciopero generale in segno di solidarietà, soprattutto dopo l’attacco alla nave principale della flottiglia, colpita da un oggetto non identificato mentre era ormeggiata nel porto tunisino di Sidi Bou Said.
Attacco alla Flotilla: il racconto e le reazioni
Nella notte precedente al corteo, la nave capofila della missione, la Family, è stata teatro di un presunto attacco con un drone o un ordigno incendiario. Un video diffuso sui social mostra una fiammata che ha avvolto parte della nave, danneggiando il ponte superiore e l’albero maestro. Tra i presenti a bordo c’erano attivisti di rilievo come Greta Thunberg, Tiago e Tony La Piccirella, anche se Greta non era presente al momento dell’attacco.
Nonostante la smentita ufficiale delle autorità tunisine riguardo alla presenza di droni, gli attivisti hanno denunciato un vero e proprio atto intimidatorio, definito da alcuni un attacco israeliano, mentre la comunità internazionale ha richiesto indagini approfondite, con interventi da parte di Spagna, Belgio e delle Nazioni Unite. La relatrice speciale Francesca Albanese ha definito l’episodio un possibile attacco alla sovranità tunisina.
Giorgina Levi, portavoce del Global Movement to Gaza per il Lazio, ha sottolineato la determinazione del movimento: “La missione va avanti, l’equipaggio di terra è pronto a supportare la partenza. La nostra priorità resta l’apertura e il mantenimento nel tempo di un canale umanitario verso Gaza”. Nonostante la situazione di sicurezza sia considerata preoccupante, la mobilitazione continua senza timori.
Dalla politica italiana, il vicepremier Antonio Tajani ha espresso cautela: “Non spetta all’Italia indagare sull’accaduto”, pur garantendo sostegno consolare agli italiani coinvolti nella missione. Nel frattempo, le opposizioni hanno chiesto alla premier Meloni di chiarire la posizione del governo e di assicurare la sicurezza dei volontari.
Il Global Movement to Gaza ha annunciato che la delegazione italiana salperà regolarmente da Siracusa giovedì prossimo, confermando l’impegno a non farsi fermare dagli ostacoli e a mantenere la pressione internazionale per l’apertura di corridoi umanitari a favore della popolazione di Gaza.






