Milano, 10 dicembre 2025 – La vicenda giudiziaria di Irene Pivetti, ex presidente della Camera dei deputati e figura politica di spicco degli anni ’90, continua a far parlare di sé. Nel 2024 la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a quattro anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio, confermando il verdetto di primo grado. La Pivetti, che ha ricoperto la carica di presidente della Camera tra il 1994 e il 1996, ha commentato con serenità la sentenza, dichiarandosi innocente e fiduciosa che la verità emergerà.
Il percorso politico e professionale di Irene Pivetti
Nata a Milano nel 1963, Irene Pivetti è stata la più giovane presidente della Camera nella storia italiana, eletta a soli 31 anni. Dopo una carriera politica iniziata con la Lega Nord, di cui è stata deputata per tre legislature, è passata a guidare l’UDEUR dal 1999 al 2002. Il suo percorso politico è stato caratterizzato da una forte attenzione ai temi nazionali, ma anche da contrasti interni che l’hanno portata all’espulsione dalla Lega Nord nel 1996. In seguito ha fondato il movimento Italia Federale e ha proseguito la sua attività politica candidandosi più volte, senza però ottenere incarichi elettivi negli ultimi anni.
Oltre alla politica, Pivetti ha svolto una significativa attività giornalistica e televisiva, lavorando come conduttrice e opinionista su diverse reti nazionali. Dal 2002 ha inoltre consolidato il suo ruolo di consulente in ambito strategico e di promozione del Made in Italy, con un particolare focus sui rapporti con la Cina, Paese con cui mantiene intensi legami culturali e imprenditoriali.

Le accuse e la difficile battaglia giudiziaria
L’ultima fase della carriera di Irene Pivetti è stata segnata da una serie di difficoltà legali ed economiche. Nel 2024 la sentenza per evasione fiscale e autoriciclaggio è stata confermata in appello, mentre un nuovo procedimento la vede imputata per la compravendita di mascherine durante la pandemia di Covid-19. La sua società, Only Logistic, è stata al centro di un’inchiesta per la fornitura alla Protezione Civile di mascherine non conformi, con sequestri di merci e fondi per oltre un milione e mezzo di euro.
In diverse interviste, Pivetti ha raccontato il suo percorso umano e professionale, evidenziando come la condanna abbia inciso profondamente sulla sua vita personale, portandola a vivere in condizioni di grande difficoltà economica e a gestire una mensa sociale a Monza, destinata a persone in situazioni di fragilità.
Un impegno sociale e culturale nonostante le difficoltà
Nonostante le avversità, Irene Pivetti continua a impegnarsi nel sociale e nella promozione culturale. Gestisce la mensa sociale “Smack” a Monza, che offre lavoro a ex detenuti e persone in difficoltà, e collabora con l’associazione Amicizia Italia Cina per organizzare eventi e missioni culturali. Ha dichiarato più volte di affidarsi alla fede e di prepararsi ad affrontare con equilibrio le conseguenze delle sentenze, mantenendo viva la speranza in un cambiamento del sistema giudiziario italiano.
La sua esperienza rappresenta un caso emblematico delle difficoltà che possono incontrare gli imprenditori nel Paese, e l’importanza di preservare il rispetto dei diritti e della dignità personale nel corso dei processi penali.






