È stato condannato a dieci anni di carcere Lorenzo Carbone, il 51enne che il 22 settembre 2024 soffocò l’anziana madre nella loro abitazione a Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena, per poi confessare il delitto in diretta televisiva. A stabilirlo è stata la Corte d’Assise di Modena, che ha riconosciuto all’uomo la seminfermità mentale, riducendo così la pena rispetto ai 14 anni richiesti dalla Procura.
La confessione in diretta televisiva di Lorenzo Carbone
La vicenda aveva sconvolto l’opinione pubblica per le sue modalità. Il giorno dopo l’omicidio di Loretta Levrini, 80 anni, Lorenzo Carbone si presentò davanti alle telecamere del programma Pomeriggio Cinque, in onda su Canale 5, e confessò: “Sono io, Lorenzo, quello che state cercando. Sono venuto direttamente qua. Non ce l’ho fatta, l’ho uccisa io”. Parole pronunciate davanti all’inviato Fabio Giuffrida, che si trovava proprio sotto la palazzina di piazza delle Rose, dove era stato scoperto il corpo senza vita della donna.
Le parole di Carbone
Durante l’intervista improvvisata, Carbone raccontò in stato di forte agitazione: “Non so cosa mi sia passato per la testa, non ce la facevo più, non avevamo litigato”. Spiegò di essersi allontanato dopo il delitto, raggiungendo Pavullo: “Non ho dormito da nessuna parte, giravo per strada a piedi. Nascosto no, non mi sono nascosto”. Fu proprio l’inviato della trasmissione a contattare le forze dell’ordine, che arrivarono poco dopo per arrestare l’uomo.
Un delitto maturato nella fragilità mentale
La Corte ha riconosciuto la seminfermità mentale dell’imputato, emersa grazie a una perizia psichiatrica, e ha concesso le attenuanti generiche. Carbone aveva raccontato di vivere in difficili condizioni psicologiche accanto a una madre affetta da demenza: “Mia madre era tra la demenza e l’Alzheimer e a volte diceva cose che mi facevano male. Non so perché l’ho fatto, non lo so. L’ho strangolata, prima ho provato con il cuscino, poi ho tolto la federa e ho provato con la federa e dopo ho usato i nastrini, i lacci”.
La decisione del tribunale e le condizioni attuali
Gli avvocati difensori, Giuseppe Rizzo e Giuliana Salinitro, hanno chiesto e ottenuto per Carbone il trasferimento in una casa di cura, dove sta scontando la pena ai domiciliari. Una scelta motivata dalla sua condizione mentale e dal profondo stato di prostrazione in cui si trova, come dimostrato anche dal pianto che lo ha travolto al termine della confessione: “Non riesco a stare calmo… Non ero in cura da nessuna parte. Mi è venuto così, d’istinto l’ho fatto. Non so cosa dire”.






