Cagliari, 23 dicembre 2025 – Sono state depositate ieri le motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Tempio Pausania ha condannato Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, e tre suoi amici per violenza sessuale di gruppo. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Il collegio giudicante ha riconosciuto pienamente attendibile la testimonianza della vittima, una studentessa italo-norvegese, che ha denunciato di essere stata violentata da tutti e quattro gli imputati.
La condanna di Ciro Grillo
Il tribunale ha inflitto otto anni di reclusione a Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, mentre Francesco Corsiglia è stato condannato a sei anni e sei mesi. Nelle 72 pagine delle motivazioni, i giudici sottolineano che la testimonianza della ragazza deve essere ritenuta «pienamente attendibile». La studentessa aveva descritto una prima violenza sessuale da parte di Corsiglia, seguita da una violenza di gruppo da parte degli altri tre ragazzi. Inoltre, un’amica della vittima ha denunciato di aver subito abusi da tre degli imputati, escluso Corsiglia, che hanno girato fotografie e un video a sfondo sessuale mentre lei dormiva. Le immagini sono state acquisite dagli inquirenti e hanno contribuito a sostenere l’accusa.
L’avvocata della ragazza, Giulia Bongiorno, ha commentato: «È un momento che aspetta da sei anni. Questa sentenza ha un forte valore per tutte le donne, perché significa che quando ci sono violenze non vince chi si nasconde ma chi denuncia».
Reazioni delle difese e prossimo iter giudiziario
Le difese degli imputati hanno espresso forte delusione per il verdetto e hanno annunciato che presenteranno appello non appena saranno depositate le motivazioni complete. L’avvocato di Ciro Grillo, Enrico Grillo, ha dichiarato: «Siamo convinti dell’estraneità del nostro assistito ai fatti contestati». Anche l’avvocato Antonella Cuccureddu, difensore di Corsiglia, ha sottolineato che «gli elementi di prova non confermano la versione della vittima». Il procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, ha invece definito la sentenza «granotica e importante» e ha ricordato la complessità e la delicatezza del processo, durato oltre tre anni e caratterizzato dall’ascolto di decine di testimoni.


