Nuovi sviluppi emergono nella complessa vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa nel 1983, dopo l’audizione odierna della giornalista Maria Antonietta Calabrò davanti alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle sparizioni di Orlandi e di Mirella Gregori. Calabrò, autrice del libro Il trono e l’altare, ha presentato una chiave di lettura inedita che collega il caso a vicende finanziarie vaticane di grande rilievo e scandali degli ultimi decenni.
Caso Orlandi: la “pista finanziaria” e i legami con gli scandali vaticani
Durante l’audizione, la giornalista ha illustrato come la vicenda di Emanuela sia da collegare agli scandali finanziari che hanno segnato la storia recente del Vaticano. In particolare, Calabrò ha sottolineato che la sparizione avvenne un anno dopo il fallimento del Banco Ambrosiano e mentre si svolgevano le indagini sul tentato assassinio di Giovanni Paolo II, nonché durante la definizione degli accordi di Ginevra per il risarcimento dei creditori della banca di Roberto Calvi tramite i fondi riservati della Segreteria di Stato.
La giornalista ha inoltre evidenziato il periodo a partire dal 2012, contrassegnato dal primo scandalo Vatileaks e dal secondo scandalo legato all’Istituto per le Opere di Religione (IOR), caratterizzato anche dal blocco dei bancomat. È stato ricordato il rientro in Italia nel 2017 di circa un miliardo di euro provenienti dai conti IOR, chiusi in seguito alla convenzione fiscale tra Vaticano e Italia del 2015. Calabrò ha invitato la Commissione a indagare sulle motivazioni della cosiddetta “pista di Londra”, emersa proprio nel 2017 e successivamente definita una falsa pista.
Il ruolo strategico dell’Istituto per le Opere di Religione
Lo IOR, fondato nel 1942 da papa Pio XII, è un ente pubblico canonico con sede nella Città del Vaticano, che gestisce patrimoni destinati a opere di religione e carità. Negli ultimi anni, l’istituto ha intrapreso un percorso di riforme volto a garantire trasparenza e conformità alle normative internazionali contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Nel 2024, lo IOR ha registrato un utile netto di 32,8 milioni di euro e conta oltre 100 dipendenti.
L’istituto è sotto la vigilanza dell’Autorità di supervisione e informazione finanziaria (ASIF) e si occupa dell’amministrazione di beni mobili e immobili affidati dalla Santa Sede. Le sue attività finanziarie si basano sul rispetto dell’etica cattolica e dei principi della Dottrina sociale della Chiesa, investendo esclusivamente in imprese conformi a tali criteri.
L’audizione di Calabrò rappresenta un ulteriore tassello nel tentativo di far luce su una delle pagine più oscure della storia vaticana e italiana, che intreccia misteri, finanza e poteri occulti, sotto l’occhio vigile della Commissione parlamentare e degli inquirenti. Una parte dell’audizione è stata segretata, mentre alla seduta hanno partecipato anche numerosi esperti legali e forze dell’ordine.



