Napoli, 22 settembre 2025 – La decima sezione del tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la scarcerazione di una quindicina di imputati “di rango” nel processo contro il clan Moccia di Afragola. Rigettato l’appello della Procura partenopea. La decisione segue la scarcerazione per decorrenza dei termini della custodia cautelare disposta a fine luglio dalla sesta sezione penale.
Il Riesame conferma le scarcerazioni per il clan Moccia
Il tribunale presieduto dal giudice Dario Gallo ha respinto l’istanza della Direzione distrettuale antimafia che aveva stimato un termine per la custodia cautelare fino a luglio 2026. Sono stati così confermati gli arresti domiciliari concessi ad Antonio, Gennaro e Luigi Moccia e Pasquale Credentino. Rimane in carcere solo Angelo Moccia, detenuto nell’ambito di un altro procedimento giudiziario.
A seguito delle prime scarcerazioni ne è seguita una seconda tranche che ha interessato buona parte dei presunti vertici del clan Moccia attualmente sotto processo davanti alla settima sezione penale del Tribunale di Napoli, presieduta dal giudice Raffaele Donnarumma. In attesa delle motivazioni che saranno depositate entro 45 giorni, la Procura sta già predisponendo il ricorso in Cassazione.
Per tutti gli imputati del clan Moccia rimessi in libertà è stato imposto il divieto di dimora nelle regioni Campania e Lazio con obbligo quotidiano di presentarsi ai carabinieri. Sono aree ritenute strategiche per le attività criminali attribuite al clan.
Iter processuale lento e tensioni tra accusa e difesa
Il procedimento contro il clan Moccia si trascina da oltre tre anni con ben 48 imputati coinvolti e circa 60 udienze celebrate finora. Gli avvocati hanno denunciato un andamento particolarmente lento: ad esempio l’audizione del comandante del Ros Andrea Manti è durata quasi un anno e mezzo. Inoltre vi sono stati stop imprevisti come quello causato dall’incompetenza dichiarata dai giudici di Napoli Nord dopo il rinvio a giudizio disposto dal gup partenopeo.
Nel marzo 2023 i pm antimafia Ivana Fulco e Ida Teresi avevano espresso preoccupazione sul rischio concreto delle scarcerazioni dovute ai tempi dilatati del dibattimento chiedendo più udienze settimanali. Solo recentemente si è deciso infatti di accelerare celebrando da tre a quattro udienze settimanali fino alla fine novembre prossimo. Questa scelta però ha suscitato critiche da parte della Camera Penale napoletana e dell’Ordine degli Avvocati locali. Secondo i presidenti Marco Muscariello e Carmine Foreste tale ritmo potrebbe compromettere “il ruolo fondamentale della difesa quale baluardo delle libertà”. Evidenzia inoltre una disparità rispetto al tempo concesso all’accusa nella fase istruttoria.






