Emergono nuovi dettagli sul femminicidio che ha scosso la Gallura. La 33enne Cinzia Pinna, originaria di Castelsardo, è stata uccisa da Emanuele Ragnedda, imprenditore del vino noto nella regione, che ha confessato il delitto avvenuto nella sua tenuta a Palau. La giovane era scomparsa la notte dell’11 settembre ed è stata ritrovata cadavere nelle campagne tra Arzachena e Palau, all’interno di un casolare di proprietà di Ragnedda.
La confessione di Emanuele Ragnedda e il ritrovamento del corpo di Cinzia Pinna
Secondo quanto emerso dagli interrogatori, Ragnedda ha ammesso di aver sparato a Cinzia Pinna per difendersi, nel corso di una lite degenerata in violenza. L’imprenditore ha raccontato agli inquirenti che, al culmine del litigio, la donna si sarebbe avvicinata a lui con un oggetto in mano e, per paura, avrebbe premuto il grilletto. Dopo l’omicidio, ha nascosto il corpo in un terreno adiacente alla sua azienda vitivinicola Conca Entosa, nota per aver prodotto il Vermentino più costoso d’Italia, il Disco Volante Igt 2021.
Le operazioni di recupero del cadavere sono state coordinate dai carabinieri del Ris di Cagliari, impegnati in accertamenti tecnici irripetibili nel casolare. L’uomo era stato fermato mentre tentava la fuga su un gommone, ma era rimasto bloccato dopo essersi schiantato sugli scogli. La Procura di Tempio Pausania ha disposto il fermo di Ragnedda per omicidio volontario aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento di cadavere.






