Venezia, 31 dicembre 2025 – Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha concesso a Chico Forti il permesso di lavoro all’esterno del carcere di Verona Montorio, dove è detenuto. La decisione, basata sull’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, consente a Forti di frequentare un corso di formazione professionale per pizzaioli, svolgere attività di volontariato con anziani e insegnare windsurf ai disabili. Si tratta di un significativo passo nel percorso di esecuzione della pena dell’ex campione di windsurf e produttore televisivo trentino, condannato all’ergastolo negli Stati Uniti dal 2000 per l’omicidio di Dale Pike, reato che ha sempre negato.
Permessi di lavoro e attività in carcere
La concessione del permesso di lavoro arriva dopo una precedente richiesta di liberazione condizionale respinta a settembre 2025, quando il Tribunale aveva sottolineato l’assenza di sentimenti di colpa e di autentico dispiacere verso la famiglia della vittima, nonché il mancato risarcimento del danno. Tuttavia, Forti aveva già ottenuto in precedenza permessi per frequentare le aule studio del carcere, dove si è dedicato alla scrittura, probabilmente della propria biografia, e permessi per visite familiari, come quella alla madre a Trento.
La direttrice del penitenziario ha richiesto e ottenuto il via libera per questa nuova forma di attività esterna, che rientra nelle misure alternative previste dall’ordinamento penitenziario e che rappresentano un’occasione di reinserimento sociale e personale per il detenuto.
Caso Chico Forti, gli ultimi sviluppi
Il trasferimento di Chico Forti dagli Stati Uniti in Italia è avvenuto il 18 maggio 2024, dopo anni di iter diplomatico e giudiziario. Attualmente sconta la pena nel carcere veronese Montorio, ma è in corso la procedura per il suo possibile trasferimento in una struttura penitenziaria più vicina al Trentino, dove risiede la sua famiglia. Si attende inoltre che il Tribunale di Sorveglianza valuti la sua richiesta di semilibertà, che gli permetterebbe di lavorare fuori dal carcere con maggiore continuità.
L’iter burocratico prevede che, dopo il passaggio ai penitenziari federali statunitensi e la trasmissione della documentazione al Ministero della Giustizia italiano, la Corte d’Appello di Trento riconosca e dia esecuzione alla sentenza. Successivamente, Forti potrebbe beneficiare dei meccanismi di reinserimento sociale previsti dal sistema penitenziario italiano, come permessi premio e semilibertà.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che gli uffici sono impegnati a completare al più presto tutti i passaggi tecnici necessari, auspicando una rapida conclusione delle procedure che coinvolgono anche le autorità giudiziarie.






