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Cgil, Landini: “Lo sciopero è per cambiare pensioni, fisco e sicurezza sul lavoro”

Il leader della CGIL spiega le ragioni dello sciopero generale del 12 dicembre: priorità a riforma fiscale, sicurezza sul lavoro e diritti dei lavoratori

by Alessandro Bolzani
26 Novembre 2025
Il segretario Nazionale CGIL Maurizio Landini

Il segretario Nazionale CGIL Maurizio Landini | ANSA/CESARE ABBATE - Alanews.it

Ancona, 26 novembre 2025 – In un’assemblea con i lavoratori dello stabilimento Tod’s di Casette d’Ete a Fermo, Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha chiarito la natura e gli obiettivi dello sciopero generale indetto per il 12 dicembre, sottolineando che non si tratta di una protesta contro qualcuno, bensì di una mobilitazione per ottenere cambiamenti significativi.

Landini: uno sciopero per il cambiamento e la giustizia fiscale

Landini ha evidenziato come la protesta punta a sollecitare interventi urgenti su diversi fronti, dalla riforma fiscale e delle pensioni a una vera e propria revisione del sistema tributario. “Non è uno sciopero contro, ma per ottenere delle cose”, ha spiegato, ricordando la necessità di affrontare problemi come il lavoro in subappalto e la sicurezza sul lavoro, tema cruciale dato che “siamo di fronte a una strage di morti che non ha precedenti”. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di garantire un futuro dignitoso alle nuove generazioni, mettendo fine alla precarietà e al sottosalario che oggi caratterizzano il mercato del lavoro.

Il segretario della CGIL ha anche attaccato l’attuale sistema fiscale, definendolo ingiusto: “È sbagliato che un lavoratore dipendente paghi più tasse del datore di lavoro sui profitti”. Landini ha spiegato come, a parità di reddito, i lavoratori dipendenti e i pensionati siano tassati in modo più pesante rispetto a chi percepisce redditi da partita IVA, profitti o rendite finanziarie. “La tassazione sui profitti è diminuita negli ultimi vent’anni, passando dal 33% al 24%”, ha aggiunto.

Appello alla partecipazione e mobilitazione nazionale

Landini ha invitato i lavoratori non solo a partecipare allo sciopero con l’astensione dal lavoro, ma anche a scendere in piazza ad Ancona e in tutte le regioni d’Italia per dare forza alla richiesta di un confronto serio con il governo e le istituzioni. “Chiediamo che venga riaperta una discussione che prenda sul serio le nostre richieste e valorizzi chi davvero tiene in piedi il paese: i lavoratori”, ha concluso.

L’annuncio segue l’intensificarsi delle agitazioni sindacali in vista della giornata di mobilitazione del 12 dicembre, che interessa sia i settori pubblici che privati, con adesioni da parte di numerose sigle sindacali. Le richieste principali riguardano salari più equi, condizioni di lavoro più sicure e una tassazione più giusta per tutti.

Landini: “Condoni fiscali aiutano chi non paga le tasse”

Landini ha poi denunciato quella che definisce “l’ennesima politica dei condoni” da parte del governo, sottolineando la necessità di una riforma fiscale seria. Durante un’assemblea con i lavoratori della Tod’s a Casette d’Ete (Fermo), Landini ha ricordato che, dall’inizio dell’attuale legislatura, si sono susseguiti già sedici o diciassette provvedimenti di rottamazione delle cartelle fiscali.

“Non è accettabile che chi non paga le tasse venga sempre salvato con condoni o rottamazioni”, ha dichiarato Landini. “Il messaggio che passa è chiaro: chi non paga le tasse è aiutato, chi le paga è penalizzato”. Il leader della Cgil ha ribadito di aver sollevato la questione anche con il ministro Giorgetti e con il governo, evidenziando l’urgenza di affrontare le diseguaglianze crescenti nel Paese.

“Necessario aumentare gli investimenti”

Landini ha poi affrontato il tema della politica industriale e degli investimenti in Italia, sottolineando che molti settori rischiano di crollare se non si interviene in modo mirato. “È necessario aumentare gli investimenti sia pubblici che privati per garantire il futuro del sistema industriale italiano”, ha spiegato, citando comparti in difficoltà come siderurgia, automotive, elettrodomestici e anche il settore del lusso, come quello in cui operano i lavoratori della Tod’s.

Il segretario Cgil ha evidenziato uno studio di Mediobanca secondo cui, dal 2014 a oggi, l’80% dei profitti delle aziende più grandi, pubbliche e private, è stato redistribuito agli azionisti anziché reinvestito. “Chi reinveste i profitti per creare lavoro dovrebbe essere incentivato, magari anche con sgravi fiscali”, ha sottolineato Landini. “Ma se i profitti sono distribuiti agli azionisti, allora chi li ottiene dovrebbe pagare più tasse di quanto paghi un lavoratore”.

Con queste dichiarazioni, Landini ha richiamato l’attenzione su due priorità per il sindacato: una giusta politica fiscale che eviti favoritismi e una strategia industriale lungimirante capace di sostenere l’occupazione e lo sviluppo economico.

Potrebbe interessarti anche questo articolo: Tutti contro la manovra Meloni, ma la Cgil di Maurizio Landini scenderà in piazza da sola

Tags: Maurizio Landinisciopero

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