Roma, 15 settembre 2025 – Continua a tenere banco a Casalotti la questione relativa all’apertura di un nuovo Centro di Accoglienza Straordinario (CAS) in via di Boccea, a pochi passi dall’Istituto Comprensivo Boccea 590. A pochi giorni dalla protesta organizzata dai residenti del quartiere, la presidente del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti, è intervenuta per fare chiarezza sulla vicenda, che coinvolge una comunità di circa 39.000 abitanti nell’area nord-ovest di Roma Capitale.
Il ruolo del Municipio e la posizione della minisindaca

La presidente del Municipio XIII ha sottolineato come l’ente di prossimità non sia stato coinvolto nelle scelte riguardanti l’assegnazione dello stabile destinato ad ospitare il nuovo CAS. La decisione è stata presa direttamente dalla Prefettura, in base al mandato del governo di gestire le politiche migratorie e individuare le sedi per l’accoglienza dei migranti. Giuseppetti ha dichiarato: “Mi è stato comunicato dell’assegnazione dell’immobile soltanto dopo l’inizio della mobilitazione dei cittadini”.
I lavori per la realizzazione del centro dovrebbero essere ultimati entro il 31 ottobre, ma l’apertura non è affatto scontata: “Se la Prefettura riterrà che ci siano le condizioni logistiche – ha spiegato la minisindaca – il CAS potrà ospitare fino a 100 persone in cerca di protezione”. Attualmente, a pochi metri dall’edificio in questione, è già attivo un altro centro che accoglie 433 uomini.
Le preoccupazioni della comunità e la richiesta di dialogo
La protesta dei residenti, organizzata dal comitato apolitico e apartitico “Casalotti Nostra”, ha raccolto oltre 2.500 firme e si è concretizzata con un sit-in nei pressi della struttura. La comunità esprime preoccupazioni legate alla vicinanza con la scuola Boccea 590, frequentata da circa mille studenti di materna, primaria e media, e ai disagi segnalati dalle famiglie del quartiere. I cittadini evidenziano che non si tratta di posizioni razziste, ma di timori legati alla mancanza di servizi essenziali e alla sicurezza.
In risposta, la minisindaca ha confermato la disponibilità sia del Municipio che della Prefettura a confrontarsi con la cittadinanza. “Posso farmi portavoce di questa richiesta di incontro”, ha aggiunto Giuseppetti. La delicata questione si inserisce in un contesto più ampio di gestione dei centri di accoglienza e di politiche sociali per favorire l’integrazione nelle aree periferiche, spesso caratterizzate da difficoltà strutturali e degrado.
Un edificio al centro di controversie legali
Un ulteriore elemento di incertezza riguarda la scelta dello stabile, oggetto di una diatriba legale sulla proprietà. Tuttavia, la presidente del Municipio ha ribadito la presunta legittimità giuridica del bando vinto dall’attuale assegnatario e l’ipotesi che la Prefettura abbia eseguito tutte le verifiche necessarie. Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha cercato di approfondire la situazione con il Prefetto, pur manifestando la contrarietà del Comune all’apertura di centri con una capienza così elevata.
La vicenda di Casalotti si conferma così uno dei nodi più complessi nel panorama delle politiche migratorie e dell’inclusione sociale a Roma, in particolare nelle periferie caratterizzate da una forte identità comunitaria e da esigenze di sicurezza e servizi pubblici.
Fonte: Davide Di Carlo - Centro Accoglienza a Casalotti, Il Municipio: "Noi non coinvolti, apertura non è certa"






