Urbino, 3 settembre 2025 – Durante una visita al Liceo artistico Scuola del Libro di Urbino, nel cuore delle Marche, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha ribadito il forte sostegno alla misura che introduce il divieto di utilizzo del telefono cellulare in classe. Alla presenza della direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Donatella D’Amico, e del sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, il ministro ha sottolineato come questa decisione incontri un ampio consenso anche tra i giovani.
Un consenso diffuso tra studenti e famiglie
“Il divieto di utilizzo del cellulare in classe ha un consenso enorme, tra l’altro anche fra i giovani“, ha dichiarato Valditara, citando un recente sondaggio promosso da Le Figaro in Francia, dove il 95% degli intervistati si è detto favorevole alla misura. In Italia, secondo il ministro, il gradimento si attesta sul 76%, “ma sicuramente i risultati sono molto positivi”. Valditara ha evidenziato che questa iniziativa mira a tutelare la salute degli studenti e a migliorare le loro performance didattiche: “Gli studi internazionali dimostrano che studiare con carta e penna, con il libro, porta a risultati superiori rispetto allo studio tramite cellulare”.
L’attuale divieto, introdotto nel settembre 2024 per le scuole elementari e medie, sarà esteso anche alle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico. La nuova circolare, che sarà firmata nelle prossime settimane, renderà effettivo questo provvedimento anche per gli studenti più grandi, nonostante l’uso dei dispositivi per scopi didattici.
Verso una normativa europea e un dibattito educativo più ampio
Il ministro ha inoltre annunciato di aver presentato a Bruxelles una proposta di raccomandazione per vietare l’uso dei cellulari in tutte le scuole dell’Unione Europea, una proposta che ha già ottenuto il sostegno di diversi Paesi, tra cui Francia e Svezia. Parallelamente, in Italia è in discussione una legge bipartisan che mira a vietare l’uso dei social media ai minori di 15 anni.
Il dibattito, ha precisato Valditara, non riguarda una semplice “tecnofobia”, ma una seria questione educativa che coinvolge anche la tutela della salute mentale e delle relazioni sociali dei giovani. Il divieto in classe rappresenta un primo passo, ma resta fondamentale l’impegno di tutta la comunità educante per gestire in modo responsabile l’uso degli smartphone anche fuori dall’orario scolastico.






