Roma, 31 luglio 2025 – Si rafforza l’impegno della Farnesina per la tutela degli italiani detenuti in Venezuela, in particolare per il caso di Alberto Trentini, cooperante italiano arrestato nel Paese sudamericano lo scorso novembre. Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha annunciato oggi la nomina di un inviato speciale per seguire da vicino la vicenda, allo scopo di ottenere progressi concreti.
Caso Trentini, Luigi Vignali nominato inviato speciale
Il direttore generale per gli Italiani nel mondo Luigi Vignali è stato designato inviato speciale della Farnesina per la questione dei detenuti italiani in Venezuela. La decisione, presa da Tajani in accordo con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, vuole dare una svolta alle relazioni diplomatiche tese con Caracas e rafforzare l’assistenza consolare ai connazionali in difficoltà.
Il caso di Alberto Trentini, 46 anni, operatore umanitario per l’ONG Humanity & Inclusion, resta al centro dell’attenzione. Trentini è stato arrestato il 15 novembre 2024 mentre si spostava da Caracas a Guasdualito insieme al suo autista. Da allora, le informazioni sulle sue condizioni sono state frammentarie e l’accesso ai familiari e ai legali è stato estremamente limitato. Solo di recente è stato possibile un contatto telefonico con la famiglia, evento definito dal vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli come un “passo in avanti per la tutela dei diritti dei detenuti”.
Contesto diplomatico e iniziative italiane
La detenzione di Trentini si inserisce in un quadro di rapporti diplomatici difficili tra Italia e Venezuela. Esiste un riconoscimento limitato della presidenza di Nicolas Maduro da parte di Roma e conseguenti restrizioni nella rappresentanza diplomatica a Caracas. La Farnesina sta intensificando i propri sforzi diplomatici, anche attraverso l’iniziativa dell’inviato speciale. Il tutto, per garantire il rispetto dei diritti fondamentali di Trentini e degli altri italiani detenuti.
Parallelamente, la società civile italiana si è mobilitata con petizioni e manifestazioni per chiedere il rilascio dell’operatore umanitario. In questo modo si evidenzia la necessità di proteggere chi opera nel settore umanitario in contesti difficili. La Farnesina conferma la massima attenzione al caso, mantenendo aperti i canali di dialogo con le autorità venezuelane e le istituzioni internazionali.






