La vicenda giudiziaria che coinvolge Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura e giornalista Rai, registra un nuovo importante sviluppo con la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma nei confronti di Boccia. L’inchiesta, seguita dalla pm Giulia Guccione e dai carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci, riguarda fatti avvenuti tra maggio 2024 e aprile 2025 e coinvolge accuse pesanti che vanno dagli atti persecutori alle lesioni personali, fino a diffamazione aggravata e falso ideologico.
Caso Sangiuliano: le accuse contestate a Maria Rosaria Boccia
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la relazione sentimentale tra Boccia, 41 anni, originaria di Pompei, e Sangiuliano si sarebbe conclusa in un clima di tensione e conflitti. Boccia avrebbe posto in essere una serie di comportamenti considerati persecutori, tra cui la richiesta – mai ufficialmente ratificata – di un incarico fiduciario presso il Ministero della Cultura, l’accesso non autorizzato al cellulare personale di Sangiuliano, e la sottrazione della fede nuziale dell’ex ministro. Non mancano episodi di pubblicazione di immagini private sui social media senza consenso e minacce rivolte persino alla moglie di Sangiuliano.
Un episodio particolarmente grave è stato l’aggressione fisica a Sanremo il 17 luglio 2024, che ha provocato a Sangiuliano una ferita al cuoio capelluto di oltre nove centimetri, certificata come lesione personale. Inoltre, il 9 agosto 2024, Boccia avrebbe indotto Sangiuliano a confessare telefonicamente un presunto tradimento alla moglie, registrando la conversazione senza il suo consenso e diffondendo parte dell’audio alla stampa e a una testata televisiva.
Il contesto pubblico e politico del caso
L’episodio ha avuto un’eco significativa nel dibattito politico, con la diffusione di documenti e immagini che avrebbero provato un coinvolgimento di Boccia in attività istituzionali legate al Ministero della Cultura, in particolare in vista del G7 della cultura a Napoli. Nonostante le iniziali smentite dello staff ministeriale e dello stesso Sangiuliano, la vicenda ha sollevato interrogativi sull’assegnazione di incarichi fiduciari e sulla gestione interna del dicastero.
Il 6 settembre 2024 Sangiuliano ha rassegnato le dimissioni da ministro, sostituito da Alessandro Giuli, dopo aver ammesso pubblicamente la relazione extraconiugale con Boccia e negato qualsiasi uso improprio di fondi pubblici. Il 19 settembre 2024 Sangiuliano ha formalmente denunciato Boccia per tentata estorsione e pressioni illecite, facendo scattare il procedimento giudiziario che ora vede la richiesta di rinvio a giudizio per la donna.
Le reazioni legali e politiche
I legali di Sangiuliano, Silverio Sica e Giuseppe Pepe, hanno annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo, sottolineando come questo primo passo giudiziario confermi la verità sostenuta dall’ex ministro. Nel frattempo, il caso continua a essere al centro dell’attenzione mediatica, con implicazioni che hanno coinvolto anche la premier Giorgia Meloni, la quale ha difeso l’integrità del suo ex ministro, definendo la vicenda come “gossip” e confermando l’assenza di spese pubbliche improprie.
Maria Rosaria Boccia, dal canto suo, ha replicato pubblicando ulteriori documenti e registrazioni che potrebbero essere utilizzati nel corso del procedimento, inclusi audio e video realizzati anche tramite occhiali dotati di telecamera, come riportato da fonti giornalistiche.
Questa intricata vicenda, che ha scosso il Ministero della Cultura e la politica italiana, prosegue ora il suo iter giudiziario con una fase cruciale e molto attesa.






