I legali di Sebastiano Visintin, unico indagato per l’omicidio di Liliana Resinovich, hanno presentato un ricorso in Cassazione: ecco perché
Prosegue il caso della morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste nel dicembre 2022. I difensori di Sebastiano Visintin, unico indagato per l’omicidio della moglie, hanno depositato oggi in Cassazione un ricorso contro l’ordinanza della gip Flavia Mangiante che ha fissato l’udienza di incidente probatorio e ha disposto ulteriori accertamenti tecnici.
Ricorso in Cassazione contro l’ordinanza della gip sul caso Resinovich
L’ordinanza del 30 giugno, come riportato da Il Piccolo, ha stabilito che domani alle 15 verrà svolto un incidente probatorio per affidare a periti incarichi di natura genetica, merceologica e dattiloscopica, accogliendo la richiesta dell’accusa. La difesa, invece, aveva chiesto una perizia medico-legale, istanza rigettata dal gip. Gli avvocati Alice e Paolo Bevilacqua sottolineano nel ricorso che questi accertamenti rappresentano un passaggio “preliminare ed essenziale” per ogni sviluppo probatorio futuro e ritengono che fosse necessario valutare l’opportunità di anticipare la perizia medico-legale rispetto al processo.
Gli stessi legali evidenziano come le consulenze medico-legali disponibili presentino “evidenti discrasie scientifiche” e hanno richiesto che un collegio di periti si esprima sui punti di disaccordo. La prima perizia, firmata da Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, aveva concluso per una morte da asfissia in spazio confinato senza evidenza di terzi, mentre la seconda, a firma della nota antropologa forense Cristina Cattaneo, ha attestato che la vittima è stata uccisa mediante soffocazione e aggressione.
Nuovi elementi e sviluppi nelle indagini
La pm Ilaria Iozzi ha recentemente accusato formalmente Visintin di aver aggredito e soffocato Liliana Resinovich nel parco dell’ex ospedale psichiatrico, come emerge dalla richiesta di incidente probatorio per l’assunzione della testimonianza di Claudio Sterpin, amico della vittima con cui Liliana sembrava intenzionata a iniziare una convivenza. Le perizie indicano che Liliana ha subito lesioni multiple e la morte è stata causata da asfissia meccanica esterna.
Nelle ultime settimane, inoltre, sono stati sequestrati altri coltelli appartenuti a Visintin, ma non sono state riscontrate ferite da arma da taglio sul corpo della vittima. Sebastiano Visintin ha recentemente rotto il silenzio, respingendo le accuse e dichiarando: “Non ho niente a che fare con la morte di Liliana”.
Il dibattito scientifico e legale continua a tenere alta l’attenzione sul caso, che resta uno dei più intricati e seguiti della cronaca triestina degli ultimi anni.






