Trieste, 8 settembre 2025 – Sono partite oggi all’Istituto di Medicina Legale di Ancona le nuove analisi sui reperti relativi alla morte di Liliana Resinovich, donna di 63 anni trovata senza vita nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste il 5 gennaio 2022, a circa venti giorni dalla sua scomparsa da casa. La Gip del Tribunale di Trieste, Flavia Mangiante, ha disposto gli esami con l’obiettivo di approfondire ulteriormente le dinamiche del caso attraverso accertamenti di natura genetica, merceologica e dattiloscopica.
Caso Resinovich, nuovi accertamenti sui reperti: focus sulla giacca e le tracce di Dna
Le indagini si concentrano innanzitutto sulla giacca rinvenuta addosso al cadavere di Liliana Resinovich. I periti incaricati stanno valutando la presenza di tracce di Dna e fibre tessili diverse da quelle riconducibili all’indumento, elementi che potrebbero fornire indizi importanti. L’incarico per questi approfondimenti è stato affidato a luglio ai professori Paolo Fattorini, Chiara Turchi ed Eva Sacchi, con le analisi iniziate a seguito di una riunione operativa che ha coinvolto le parti, alcune collegate da remoto.
L’avvocata Federica Obizzi, rappresentante legale della nipote di Liliana, Veronica Resinovich, ha sottolineato la soddisfazione per “l’approccio molto preciso e minuzioso” adottato, che “permetterà di fare luce su quanto ancora può essere dedotto dall’esame dei reperti in essere”. Obizzi ha inoltre evidenziato come fino a oggi non fossero stati effettuati esami di questo tipo, probabilmente perché non c’era un’ipotesi di omicidio, mentre ora “è stato ampliato il modo di lavorare ed è cambiato tutto”.
Analisi forensi e sviluppo dell’inchiesta: la posizione del marito e le impronte sui sacchi
Per la morte di Liliana Resinovich risulta indagato per omicidio il marito, Sebastiano Visintin. Recenti analisi condotte dal Gabinetto interregionale del Triveneto di polizia scientifica di Padova hanno chiarito che l’impronta “guantata” rinvenuta su uno dei sacchi neri utilizzati per avvolgere il corpo non è stata lasciata da un guanto, bensì dalla trama dei jeans che la vittima indossava al momento del ritrovamento. Un esperimento ha replicato le condizioni ambientali e ha utilizzato adesivi istantanei per riprodurre impronte a trama regolare, simili e confrontabili con quella evidenziata sul sacco che copriva gli arti inferiori di Liliana.
Inoltre, le ulteriori verifiche sulla GoPro montata sulla bicicletta di Visintin, che ha registrato il percorso dell’uomo il giorno della scomparsa della moglie, non hanno evidenziato novità significative. Il Centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale del Friuli Venezia Giulia ha confermato che le coordinate GPS e gli orari dei video sono coerenti con le dichiarazioni di Visintin e con la ricostruzione effettuata dalla Squadra Mobile.
Fissata per il 30 marzo 2026 l’udienza per fare il punto sui risultati delle nuove analisi. A fine giugno 2025 era stato inoltre sentito in incidente probatorio Claudio Sterpin, amico di Liliana, per cristallizzare la sua testimonianza in particolare riguardo al rapporto con la vittima.




