Perizia psichiatrica e responsabilità al centro del processo per la morte di Diana Pifferi. Prossime udienze in autunno, mentre la famiglia resta divisa dal dolore.
Milano, 2 luglio 2025 – Si è conclusa oggi a Milano un’udienza interlocutoria nel processo per la morte di Diana Pifferi, la bambina di 18 mesi abbandonata dalla madre Alessia Pifferi per sei giorni in luglio 2022, che ha portato al tragico decesso della piccola per fame e sete. Al termine dell’udienza, la sorella di Alessia, Viviana Pifferi, ha rilasciato dichiarazioni dure e senza mezzi termini.
Viviana Pifferi: “Alessia è capace di intendere e di volere, non la perdono”
Secondo Viviana Pifferi, nonostante la tragedia che ha sconvolto la famiglia, Alessia è pienamente responsabile delle proprie azioni. “Non è successo niente, sono state solo fissate le prossime date dell’udienza, il 24 settembre e il 22 ottobre. È finito così”, ha detto la sorella al termine dell’udienza odierna. Viviana ha ricordato con dolore l’imminente anniversario della morte di Diana, “una bambina che è morta di fame e di sete”.
Nel commentare l’atteggiamento della sorella in aula, Viviana ha sottolineato come Alessia si presenti “come sempre truccata, ben vestita, altezzosa, e non guarda mai nessuno”. “Ha 40 anni, non 5. Ha sempre vissuto normalmente, quindi ragionava”, ha aggiunto, rimarcando la convinzione che Alessia fosse in grado di intendere e di volere al momento dei fatti. “Se le ha dato da mangiare fino alla settimana prima, sapeva che doveva farlo anche quella dopo”. Infine, ha espresso il proprio dolore e risentimento: “Diana è sempre con noi, il nostro cuore è spezzato. Questa tragedia ci ha distrutti. Non la perdono. Non voglio vederla. Lei non ha mai cercato noi”.
La perizia sul deficit cognitivo di Alessia Pifferi e il dibattito sulla capacità di intendere e di volere
Nel corso del processo è emerso un elemento cruciale: la possibile presenza di un grave deficit cognitivo in Alessia Pifferi. La stessa donna è stata sottoposta a una nuova perizia psichiatrica, che analizza le funzioni cognitive fondamentali, come memoria, attenzione, ragionamento e problem solving, tutte abilità mentali che consentono di comprendere e gestire la realtà e le proprie azioni.
Secondo la consulenza del professor Elvezio Pirfo, incaricato dal tribunale, pur non escludendo una disabilità intellettiva, il funzionamento quotidiano di Alessia non avrebbe pregiudicato la capacità di intendere e di volere al momento dell’abbandono della figlia. La perizia ha anche evidenziato criticità metodologiche nei test psicologici somministrati, in particolare sul test WAIS, e l’influenza potenziale di precedenti percorsi psicoterapeutici sulla testimonianza dell’imputata.
Il deficit cognitivo, spiega la letteratura psichiatrica forense, può influenzare la capacità di intendere e volere se comporta una ridotta capacità di comprendere la realtà e di controllare le proprie azioni. Tuttavia, nel caso specifico, la valutazione del tribunale si è basata anche sull’analisi del comportamento e del grado di autonomia di Alessia nella vita di tutti i giorni, giudicando che non vi siano elementi sufficienti a escludere la sua piena responsabilità.
Il dibattito sulla capacità di Alessia Pifferi di comprendere ed essere responsabile delle proprie azioni continua dunque ad essere un nodo centrale del procedimento, che proseguirà con le prossime udienze previste per l’autunno.
Fonte: Sebastiana Risso - Caso Pifferi, la sorella Viviana: "Alessia è in grado di intendere e di volere. Non la perdono"





