Roma, 7 ottobre 2025 – Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983, ha ribadito l’importanza dei cosiddetti “cinque fogli” nell’ambito delle indagini sul caso, durante un’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Orlandi, tenutasi a Palazzo San Macuto. L’intervento di Orlandi ha riacceso il dibattito sulle piste investigative, in particolare su quelle legate a Londra, e sulla veridicità delle lettere che potrebbero contenere indizi fondamentali.
Il significato dei “cinque fogli” e le lettere dalla pista londinese

Pietro Orlandi ha affermato che “chiunque altro non può dire che quella lettera è falsa”, sottolineando come si possa discutere della firma ma non del contenuto, che a suo avviso rappresenta “un messaggio a determinate persone, per far sapere che qualcuno sa tutto”. Secondo il fratello di Emanuela, i fogli contengono nomi che per la maggior parte delle persone risultano sconosciuti, ma che per chi conosce l’ambiente hanno un peso preciso e indicano che chi li ha scritti “conosceva bene certe dinamiche, non era un mitomane”.
Queste carte fanno parte di una controversa pista che porta a Londra, ipotesi da anni al centro delle indagini. Recentemente, la Commissione d’inchiesta ha voluto approfondire la questione, soprattutto dopo che la grafologa Sara Cordella ha definito i documenti come falsi, affermazione contestata da Orlandi che ha denunciato un tentativo di “affossare l’ipotesi legata all’Inghilterra”. Le lettere, datate 1993, includono comunicazioni dall’arcivescovo di Canterbury George Carey e dal sottosegretario britannico Frank Cooper, riferimenti che avrebbero potuto indicare un trasferimento di Emanuela in un edificio dei Padri Scalabriniani a Londra.
Le nuove audizioni e il ruolo di Francesca Chaouqui
La Commissione parlamentare ha annunciato la convocazione imminente di Pietro Orlandi, per esaminare più a fondo questi documenti e chiarire gli aspetti ancora oscuri della vicenda. Orlandi ha inoltre spiegato che Francesca Chaouqui, ex collaboratrice della Commissione e figura centrale nel far emergere i “cinque fogli”, è stata il tramite principale attraverso cui la famiglia ha avuto accesso a tali materiali. Chaouqui, che ha seguito da vicino tutta la vicenda, è rimasta un punto di riferimento per gli Orlandi, fornendo informazioni sulle chat e su altri elementi emersi.
Il fratello di Emanuela ha anche ipotizzato che il silenzio del Vaticano sia dovuto alla “paura di chi sa che la verità è conosciuta”, escludendo invece un ricatto economico e attribuendo la motivazione a un potere che voleva controllare lo Stato Vaticano. Orlandi ha dichiarato: “La verità, però, prima o poi emergerà”.
Parallelamente, la Commissione ha ripreso le indagini anche sulla pista romana, confermando le testimonianze che vedono coinvolta la criminalità organizzata locale e personaggi legati alla Banda della Magliana, oltre ai sospetti su un possibile rapimento occultato attraverso connivenze istituzionali.
La vicenda di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa a 15 anni nel 1983, resta uno dei misteri più complessi e controversi della storia italiana e vaticana, con numerosi filoni investigativi aperti e una forte attenzione mediatica che non accenna a diminuire.
Fonte: Marco Vesperini - Manuela Orlandi, il fratello Pietro: "5 fogli meritano approfondimento anche se fosse depistaggio"

