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Caso Matteo Barone, investitore scarcerato, gip: “Condotta non spregiudicata”

Il giudice di Milano non applica misure cautelari all’agente che ha investito Matteo Barone: decisione motivata da carenza di prove e necessità di ulteriori accertamenti

by Redazione
8 Settembre 2025
Matteo Barone

Matteo | ANSA - Immagine da utilizzare solo per parlare di questo argomento

Milano, 8 settembre 2025 – Il giudice per le indagini preliminari (Gip) di Milano, Roberto Crepaldi, ha convalidato l’arresto del 26enne agente di polizia fuori servizio che, il 6 settembre scorso, ha investito e ucciso il giovane Matteo Barone, 25 anni, mentre attraversava sulle strisce pedonali in via Porpora, all’incrocio con via Ingegnoli. Tuttavia, il Gip ha deciso di non applicare alcuna misura cautelare, ritenendo che non sussista il pericolo di reiterazione del reato, nonostante la gravità del fatto.

La decisione del Gip e la valutazione della condotta dell’investitore di Matteo Barone

Nel provvedimento, il Gip ha sottolineato come la documentazione trasmessa dal pm Maurizio Ascione, che aveva chiesto la custodia in carcere, fosse “scarna” e priva di importanti elementi come i verbali di accertamento urgente, i risultati degli esami etilometrici e le testimonianze chiave. Uno dei testimoni oculari ha riferito che l’auto procedeva a forte velocità, mentre il poliziotto ha dichiarato di non aver utilizzato il telefono durante l’incidente e di aver chiamato immediatamente soccorsi e colleghi.

Il Gip ha inoltre precisato che, al momento, è prematuro trarre conclusioni sulla velocità effettiva del veicolo o sulla dinamica esatta dell’investimento, poiché sono necessari accertamenti tecnici e perizie cinematiche per stimare con precisione la velocità e la distanza a cui è stato proiettato il corpo della vittima.

Confermata la presenza di un tasso alcolemico leggermente superiore al limite di legge (0,6 g/l rispetto allo 0,5), ma il giudice ha valutato tale intossicazione come modesta. Inoltre, non vi sono attualmente altri elementi che configurino ulteriori profili di colpa. Il Gip ha evidenziato che, pur trattandosi di un fatto grave che ha causato la morte di un giovane e nonostante l’investitore abbia mostrato una scarsa empatia nei confronti della vittima durante l’interrogatorio, “i profili di colpa non sono allo stato tali da destare particolare allarme sulla sua personalità“. La velocità e lo stato di ubriachezza non sono stati ritenuti sufficienti a configurare una condotta “particolarmente spregiudicata“.

Il poliziotto, difeso dall’avvocato Giuseppe De Lalla, ha riferito di aver guidato tra i 50 e i 70 km/h e di aver bevuto due gin tonic la sera precedente. Ha raccontato di aver frenato, sceso dall’auto e valutato la situazione prima di chiamare i soccorsi.

La vicenda giudiziaria e il profilo dell’avvocato Maurizio Ascione

Il pubblico ministero Maurizio Ascione, titolare dell’indagine, aveva richiesto la custodia cautelare in carcere per il 26enne agente di polizia. Ascione è un avvocato e magistrato noto per la sua esperienza nel settore civile-commerciale, con uno studio a Verona e incarichi di rilievo nel campo della gestione giudiziale e delle procedure concorsuali.

L’assenza di elementi probatori completi, come i verbali degli accertamenti e le testimonianze dettagliate, ha pesato sulla decisione del Gip, che ha ritenuto non sussistere l’urgenza necessaria per una misura restrittiva.

Il Gip ha inoltre chiarito che l’episodio relativo all’allontanamento del poliziotto dal pronto soccorso, e la mancata esecuzione dell’alcoltest immediato, non rappresentano un elemento rilevante ai fini della custodia cautelare né un segnale di pericolo di reiterazione del reato.

Il contesto dell’incidente e la figura di Matteo Barone

Matteo Barone, originario di Poggibonsi (Siena) ma residente a Milano, era un giovane di 25 anni con il sogno di affermarsi nel mondo della musica trap, avendo lasciato il lavoro un anno prima per seguire questa sua passione. L’incidente è avvenuto all’alba, mentre attraversava sulle strisce pedonali in un punto non regolamentato da semafori: il ritrovamento del corpo è avvenuto a circa 30 metri dal punto di impatto, segno di una possibile velocità elevata del veicolo.

La notizia ha suscitato attenzione e riflessioni sulla sicurezza stradale, in particolare in aree urbane ad alta densità pedonale come Milano. Il caso resta ora in attesa degli approfondimenti tecnici e delle perizie cinematiche indispensabili per chiarire completamente la dinamica e le responsabilità dell’incidente.

Tags: Matteo Barone

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