Milano, 8 novembre 2025 – L’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito del caso Garlasco, ha formalizzato oggi un’istanza di incidente probatorio al Giudice delle indagini preliminari di Brescia. L’obiettivo, spiega l’avvocato Domenico Aiello, è consentire la copia forense e l’analisi dei dispositivi informatici di Venditti senza incorrere in operazioni non autorizzate, garantendo piena trasparenza e legalità nel procedimento.
Parametri di legalità e limiti temporali
Secondo Aiello, l’analisi dei dispositivi dovrà rispettare due parametri fondamentali: la delimitazione del periodo temporale di estrazione e l’individuazione delle cosiddette parole chiave, strettamente collegate al reato contestato. L’avvocato sottolinea come tali accorgimenti siano già previsti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza della Cassazione. La richiesta, inoltre, prevede che l’incidente probatorio si svolga preferibilmente dopo la decisione del terzo riesame, relativo alla legittimità dei precedenti sequestri, due dei quali già annullati.
Il rinvio degli accertamenti a Pinerolo
Lunedì scorso erano previsti a Pinerolo gli accertamenti irripetibili sui cellulari e altri dispositivi, poi sospesi in attesa della decisione sull’istanza di incidente probatorio. La difesa di Venditti ha chiesto che l’analisi si concentri solo su un periodo specifico e non sull’intero arco 2014-2025, come invece intende la Procura di Brescia, e che venga effettuata usando parole chiave riferibili esclusivamente al reato contestato. Secondo l’accusa, Venditti avrebbe ricevuto denaro per favorire l’archiviazione del figlio di Giuseppe Sempio, Andrea, nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi.
Decisione del Gip e perito nominato
Spetterà ora al Gip valutare l’istanza e, in caso di accoglimento, nominare un perito che eseguirà l’incidente probatorio alla presenza dei consulenti delle parti. La vicenda giudiziaria, sempre più intricata, segue le tappe del delitto di Garlasco, dove la posizione di Venditti resta al centro di numerose verifiche sui dati digitali sequestrati.
Smentite dai legali della famiglia Sempio
Nel frattempo, gli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti hanno respinto le voci circolate riguardo a un presunto quantitativo “molto elevato” di DNA maschile sotto le unghie di Chiara Poggi attribuibile ad Andrea Sempio. I legali hanno precisato che, fino al deposito dell’elaborato peritale, non vi sono ulteriori reperti rispetto a quanto già valutato dal professor De Stefano nel processo Stasi.
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