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Home Cronaca

Garlasco, l’avvocato di Sempio denuncia la gogna mediatica: “Ha perso la casa e rischia il lavoro”

by Redazione
30 Giugno 2025
Andrea Sempio assieme ai suoi legali

Andrea Sempio, indagato nel caso del delitto di Garlasco, assieme ai suoi legali | ANSA/MATTEO CORNER - Alanews.it

Andrea Sempio, oggi 37enne, è l’unico indagato nella nuova inchiesta riaperta dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. A distanza di anni dalla condanna definitiva di Alberto Stasi, l’attenzione degli inquirenti si è nuovamente concentrata su Sempio, riportando il suo nome al centro di un caso già segnato da numerose controversie. A parlare per lui è il suo avvocato, Massimo Lovati, che in un’intervista a La Provincia Pavese denuncia l’impatto devastante che l’indagine ha avuto sulla vita del suo assistito.

Le conseguenze dell’indagine sulla vita privata di Sempio


Lovati parla apertamente di una “gogna mediatica” che, nonostante l’assenza di prove concrete, ha già prodotto effetti irreversibili. Sempio avrebbe perso la casa in affitto a Voghera e ora rischierebbe anche il lavoro. “Ad Andrea il proprietario ha detto che non era più opportuno rinnovargli il contratto, perché c’erano troppi giornalisti appostati”, racconta il legale. “Anche al lavoro non è un bel periodo. La gente è cattiva, sospettosa. Un’indagine come questa può distruggere una persona”.

Per Lovati l’scrizione di Sempio nel registro degli indagati non era necessaria


Secondo l’avvocato, l’iscrizione nel registro degli indagati di Sempio non era necessaria. “La Procura poteva continuare a indagare a carico di ignoti”, afferma, ribadendo che a oggi non esisterebbero indizi concreti. Lovati contesta inoltre il modo in cui si stanno interpretando alcuni elementi dell’inchiesta, in particolare il Dna ritrovato sotto le unghie della vittima. “Quella traccia non esiste più, c’è solo una perizia che dice che non era interpretabile. E poi: il confronto è stato fatto col Dna che è stato rubato a Sempio? Non scherziamo”.

Il capo d’imputazione: “Un escamotage che non regge”


Particolarmente dura è anche la critica alla formulazione dell’accusa, che ipotizza un concorso in omicidio con altri soggetti, incluso Alberto Stasi. Per Lovati si tratterebbe di un espediente per sostenere l’accusa in assenza di elementi concreti: “Il capo di imputazione non può stare in piedi. Se andiamo a giudizio così, l’accusa è nulla”. E aggiunge: “Il punto è che stanno cercando i concorrenti quando non hanno in mano niente contro Sempio”.

Un clima di incertezza e paura di nuovi sviluppi


Non è la prima volta che il difensore esprime forti perplessità sulle modalità dell’inchiesta. In passato aveva definito “un incubo” l’ipotesi che nel contenitore di Fruttolo trovato tra i rifiuti ci fossero tracce del suo assistito. Oggi, intervistato dal Corriere della Sera, aggiunge: “Alla luce della mia esperienza bisogna stare sempre preoccupati. Al momento non vedo nulla di concreto, ma temo colpi di scena”. Lovati fa riferimento in particolare a voci riguardanti una presunta testimone che accuserebbe Sempio, ma sottolinea che non ne ha ancora avuto alcuna conferma ufficiale: “In questi giorni sento parlare di una testimone. Io non so nulla”.

Le polemiche e le reazioni pubbliche


Il clima di tensione è alimentato anche dalle dichiarazioni di chi conosce Sempio. A chi, come l’amico Mattia Capra, ha detto che “non bisogna aver paura delle indagini se si è innocenti”, Lovati risponde con amarezza: “Si faccia indagare Capra e poi ne parliamo. La pressione in un caso come questo è insopportabile”. Intanto, l’indagine prosegue tra ipotesi, interrogativi ancora aperti e un evidente disagio vissuto dal principale indagato. Mentre l’avvocato chiede rispetto per la dignità di una persona che, per ora, non è stata né processata né condannata.

Tags: prima pagina

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