Milano, 5 luglio 2025 – Un appello congiunto per fermare la diffusione di notizie false che stanno avvelenando il dibattito sul delitto di Garlasco. A lanciarlo sono stati gli avvocati difensori di Andrea Sempio, di Alberto Stasi e della famiglia di Chiara Poggi, nel corso della trasmissione Quarto Grado, andata in onda venerdì sera su Retequattro.
I protagonisti dell’appello: “Fermiamo le notizie infondate”
Presenti in studio gli avvocati Massimo Lovati (per Andrea Sempio), Giada Bocellari (per Alberto Stasi) e Gian Luigi Tizzoni (per la famiglia Poggi), i tre legali hanno voluto richiamare l’attenzione su ciò che definiscono un pericoloso proliferare di “fake news” che circondano la nuova fase investigativa del caso. “Da quando questa indagine è iniziata, da marzo, la situazione è via via degenerata”, si legge in una dichiarazione diffusa da Mediaset. “Ci scontriamo tutti i giorni con una serie di notizie, o pseudo tali, che oltre a diffamare alcuni soggetti coinvolti, su tutti la famiglia Poggi, danneggiano moltissimo questa nuova indagine”.
Una responsabilità collettiva
Secondo gli avvocati, al di là delle posizioni processuali e delle strategie difensive, è necessario che tutti — inclusi i professionisti del diritto e i mezzi di comunicazione — mostrino senso di responsabilità e rispetto nei confronti dei protagonisti coinvolti nella vicenda. “Credo che sia importante da parte di tutti, al di là delle singole posizioni, capire che questo vada un po’ oltre. È un senso di responsabilità, anche in quanto avvocati, quello di mettere dei punti fermi sotto questo profilo”.
L’invito a ricordare la natura delle indagini sul delitto di Garlasco
A distanza di 17 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la giovane di Garlasco uccisa il 13 agosto 2007, il caso continua a far discutere. “Questa è una vicenda drammatica — ricordano i legali — dove è stata uccisa una ragazza e questo non lo dobbiamo mai dimenticare. C’è un condannato in carcere con sentenza definitiva e c’è un nuovo indagato”. In questo contesto, i difensori ribadiscono l’urgenza di tutelare l’indagine in corso e la dignità di tutte le persone coinvolte, dalle parti offese agli indagati, fino ai familiari.
“È doveroso rispettare tutti i soggetti coinvolti e anche l’indagine”, hanno sottolineato i legali. Il loro appello è un invito a non dimenticare la gravità della vicenda e a non trasformare un’inchiesta giudiziaria in uno scontro mediatico dannoso e fuorviante. Un monito che chiede rispetto per la verità, per la memoria della vittima e per il lavoro della giustizia.
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