Dopo settimane di polemiche, Martina Strazzer, fondatrice del brand di gioielli Amabile, ha deciso di rompere il silenzio sul caso della dipendente incinta a cui non è stato rinnovato il contratto. In tre video diffusi sui suoi profili social, l’imprenditrice ha raccontato la sua versione dei fatti, assumendosi la responsabilità per la gestione della comunicazione: «Ho sollevato il tema in modo inappropriato e con troppo entusiasmo. Ma Sara non è stata trasparente sulle sue competenze, ed è per questo che non le è stato rinnovato il contratto».
L’assunzione presentata come un gesto simbolico
La vicenda inizia nel luglio 2024, quando Sara, al quarto mese di gravidanza, viene assunta come contabile da Amabile. All’epoca Strazzer aveva raccontato la scelta come una sfida al sistema, parlando apertamente su TikTok di voler dare un segnale controcorrente: «Nel mio piccolo cerco di portare un cambiamento. So di andare controcorrente e mi rabbrividisce sapere che questa, purtroppo, è la realtà per tantissime donne», aveva detto lo scorso novembre. Il messaggio aveva ottenuto migliaia di condivisioni, diventando un esempio di impegno contro le discriminazioni sul lavoro.
Lo scoppio della polemica
Pochi mesi dopo, però, la situazione si ribalta. Sara rivela di non aver ricevuto il rinnovo del contratto mentre era in maternità. La notizia scatena accuse di incoerenza e di purpose washing contro l’imprenditrice, che da paladina dell’inclusione si trova improvvisamente al centro di critiche feroci.
Gli errori professionali contestati da Strazzer
Nella sua replica, Strazzer ha spiegato che la decisione non è stata legata alla gravidanza, ma a gravi mancanze professionali: «Sara aveva descritto le sue esperienze in maniera poco trasparente. Molti anni di lavoro non erano stati svolti nello stesso ruolo, e solo negli ultimi mesi aveva ricoperto la posizione di contabile, quella per cui si è candidata. Già in passato aveva commesso errori rilevanti, che avevano compromesso il quadro fiscale delle aziende seguite. Circostanze che ho scoperto soltanto quando ha ripetuto gli stessi sbagli nella nostra realtà».
Le accuse di strumentalizzazione
Secondo Strazzer, la dipendente avrebbe alimentato lo scontro nonostante l’azienda avesse cercato soluzioni alternative: «Dopo la comunicazione del mancato rinnovo, Sara ha persino affermato che di quel lavoro non aveva bisogno e che lo stipendio non le serviva. Abbiamo provato a offrirle supporto per trovare una nuova occupazione in un altro ruolo, ma ha rifiutato. È stata un’azione dettata dalla voglia di vendetta. Non è la prima volta: anche contro la sua azienda precedente aveva avanzato pesanti accuse poi ritirate perché infondate».
Un caso che divide l’opinione pubblica
La vicenda continua a far discutere. Da un lato, c’è chi vede nell’atteggiamento dell’imprenditrice una palese incoerenza tra le dichiarazioni pubbliche e la gestione interna. Dall’altro, c’è chi ritiene che Strazzer stia pagando soprattutto il prezzo di una comunicazione ingenua e di un errore manageriale che ha alimentato una polemica destinata a protrarsi.

