Roma, 9 settembre 2025 – Giusi Bartolozzi, capo di Gabinetto del ministero della Giustizia, è stata iscritta nel registro degli indagati dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sul caso Osama Njeem Almasri, il generale libico arrestato a Torino il 19 gennaio 2025 e successivamente rimpatriato in Libia. Il procedimento, che coinvolge anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, è al centro di un acceso dibattito politico e giudiziario. La vicenda continua a scuotere la scena politica e giudiziaria italiana, coinvolgendo anche altri esponenti del governo.
Il ruolo e le accuse a Giusi Bartolozzi
Secondo quanto emerso, il capo di Gabinetto Bartolozzi è indagata per il reato previsto dall’articolo 371 bis del Codice penale, che punisce chi, nel corso di un procedimento penale, rende dichiarazioni false o omette informazioni richieste dal pubblico ministero o dalla Corte penale internazionale. La pena prevista è fino a quattro anni di reclusione. Le indagini si concentrano sul ruolo avuto da Bartolozzi nella gestione del dossier relativo all’arresto del generale libico, in particolare nel coordinamento delle comunicazioni interne al ministero tra il 19 gennaio, giorno dell’arresto, e il 21 gennaio, data del rimpatrio di Almasri.
Fonti investigative riferiscono che Bartolozzi avrebbe raccomandato l’uso della piattaforma Signal per le comunicazioni, una scelta motivata da esigenze di sicurezza nazionale, in quanto si trattava di informazioni sensibili non destinate a circolare su canali non protetti.
Il caso Almasri e le indagini giudiziarie
Il generale libico Osama Almasri, accusato di gravi crimini contro l’umanità e crimini di guerra, è stato arrestato il 19 gennaio 2025 a Torino su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI). Tuttavia, due giorni dopo la Corte d’Appello di Roma ha disposto la sua scarcerazione a causa di irregolarità procedurali, in particolare per la mancata trasmissione formale da parte del Ministero della Giustizia della richiesta di custodia cautelare alla Procura Generale. Dopo la scarcerazione, Almasri è stato rimpatriato in Libia su un aereo di Stato.
Il Tribunale dei ministri ha trasmesso alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere per il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Le accuse principali riguardano il favoreggiamento per non aver consegnato il generale alla Corte dell’Aia, mentre per Piantedosi e Mantovano si aggiunge l’accusa di peculato per l’utilizzo del Falcon 900 per il rimpatrio. Nordio è invece indagato per omissione di atti d’ufficio, in quanto non avrebbe richiesto tempestivamente la custodia cautelare di Almasri.






