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Campobasso, madre e figlia morte per un’intossicazione alimentare: indagate cinque persone

La Procura indaga sull’operato dei sanitari dopo il decesso di madre e figlia per sospetta intossicazione alimentare; sequestrati cibi e cartelle cliniche, disposta l’autopsia

by Alessandro Bolzani
29 Dicembre 2025
Famiglia intossicata a Campobasso

Famiglia intossicata a Campobasso | ANSA/FACEBOOK - alanews

Campobasso, 29 dicembre 2025 – Un dramma familiare ha scosso la comunità di Pietracatella, piccolo centro in provincia di Campobasso, dove madre e figlia, Antonella Di Ielsi, 50 anni, e Sara Di Vita, 15 anni, sono morte a poche ore di distanza a causa di una sospetta intossicazione alimentare. Le due donne erano state visitate e dimesse dall’ospedale Cardarelli di Campobasso in due occasioni, con la diagnosi di gastroenterite, prima del tragico epilogo. Nel frattempo, il marito e padre, Gianni Di Vita, ex sindaco del paese, versa in gravi condizioni allo Spallanzani di Roma.

Cinque persone indagate per la tragedia

Cinque medici dell’ospedale Cardarelli sono attualmente indagati dalla Procura di Campobasso per le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose. L’inchiesta, avviata dopo la denuncia e i primi accertamenti, mira a ricostruire l’operato sanitario nei confronti di Antonella e Sara, entrambe visitate e dimesse nonostante il peggioramento delle condizioni. Sono state sequestrate anche le cartelle cliniche delle vittime e disposta l’autopsia per stabilire con precisione le cause del decesso, attribuite a un’insufficienza multiorgano conseguente all’intossicazione.

Ricerca della fonte dell’intossicazione

Parallelamente, le forze dell’ordine hanno sequestrato numerosi campioni di cibo presenti in casa Di Ielsi, tra cui barattoli, conserve, gusci di vongole e altri prodotti ittici, per eseguire accertamenti tossicologici e microbiologici. La famiglia aveva consumato una cena di Natale a base di pesce e funghi assieme a parenti e amici, ma solo Antonella, Sara e Gianni hanno manifestato i sintomi che hanno poi portato alla tragedia. Le indagini cercano di chiarire se il pasto incriminato sia stato quello della vigilia o quello del giorno precedente, quando la figlia maggiore non era presente e non ha riportato malori. Tra le ipotesi al vaglio ci sono la presenza di botulino o listeria, agenti patogeni noti per provocare gravi intossicazioni alimentari.

Le autorità sanitarie molisane hanno avviato un’indagine interna per analizzare l’intera vicenda, mentre la comunità locale attende ulteriori sviluppi su uno dei casi più drammatici degli ultimi tempi nella regione.

L’indagine in corso

Il procuratore Nicola D’Angelo ha confermato che cinque operatori sanitari, intervenuti nei primi momenti di assistenza, sono indagati per omicidio colposo e lesioni colpose, mentre l’inchiesta si concentra sulla ricostruzione completa della catena di interventi medici. Secondo quanto spiegato dal procuratore, l’indagine mira a chiarire i precedenti accessi della minore al Pronto Soccorso, avvenuti due volte prima del decesso, così come gli interventi richiesti dalla madre. L’analisi si articola su più fronti: verificare eventuali negligenze o errori nell’applicazione dei protocolli diagnostici, identificare con precisione l’agente responsabile dell’intossicazione e assicurare la tutela della salute pubblica, impedendo che altri cittadini possano essere esposti a rischi simili.

Accertamenti multidisciplinari per chiarire le cause dell’intossicazione

Vista la complessità del quadro clinico, la Procura ha disposto una serie di esami autoptici e consulenze specialistiche. L’obiettivo è individuare eventuali responsabilità individuali dei sanitari, risalire alla “fonte di innesco” della patologia e capire le ragioni della virulenza che ha portato alla morte così rapida della giovane e della madre. Il lavoro mira anche a isolare eventuali rischi residui per la comunità.

Il cordoglio della Procura e il diritto alla difesa

In una nota, D’Angelo ha espresso il cordoglio dell’ufficio per la perdita della giovane e della madre, definendo l’evento “drammatico e repentino” e sottolineando l’impegno massimo della Procura per fornire risposte certe alla famiglia e alla cittadinanza. L’iscrizione dei sanitari nel registro degli indagati viene descritta come un atto dovuto, necessario per garantire il diritto di difesa e la partecipazione dei soggetti coinvolti agli accertamenti tecnici non ripetibili che saranno eseguiti a breve.

Asrem: “L’origine dei decessi è ancora da chiarire”

Le cause della morte della ragazza di 15 anni e di sua madre, decedute a poche ore di distanza nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, restano al momento senza una spiegazione definitiva. L’unico elemento certo emerso finora è la presenza di una grave tossinfezione, la cui natura non è stata ancora identificata e che potrebbe essere riconducibile sia a un’intossicazione di origine alimentare sia a un’esposizione a sostanze chimiche.

A fornire questo quadro è stato il direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale del Molise (Asrem), Giovanni Di Santo, intervenuto nel corso di una conferenza stampa per fare il punto sulla drammatica vicenda che ha sconvolto la comunità di Pietracatella.

In corso accertamenti clinici e scientifici

Secondo quanto spiegato dal vertice Asrem, sarà necessario attendere gli esiti degli esami clinici e, soprattutto, i risultati dell’autopsia per ottenere indicazioni più precise sulle cause del decesso. Un contributo importante alle indagini arriva anche dall’ospedale Spallanzani di Roma, dove è attualmente ricoverato il padre della ragazza, che sta proseguendo attività di ricerca per individuare l’agente responsabile dell’intossicazione.

“Al momento non è possibile formulare una diagnosi conclusiva”, ha chiarito Di Santo, sottolineando come ogni ipotesi debba essere supportata da riscontri scientifici oggettivi prima di trarre conclusioni definitive.

Il nodo delle cure: “Protocolli rispettati”

Sul fronte dell’operato del pronto soccorso, il direttore generale ha ribadito che, secondo le prime verifiche interne, il personale medico e sanitario avrebbe seguito correttamente le linee guida e le procedure previste. Le indagini diagnostiche, ha spiegato, risultano coerenti con le prassi consolidate, almeno sulla base delle valutazioni preliminari finora disponibili.

“Il percorso diagnostico è stato osservato”, ha affermato Di Santo, precisando che ora spetterà alla magistratura valutare eventuali responsabilità alla luce degli accertamenti tecnici e giudiziari in corso.

Dimissioni concordate con i familiari

Un passaggio delicato riguarda le dimissioni iniziali della madre e della figlia dal pronto soccorso. Secondo quanto riferito dal direttore Asrem, tale decisione sarebbe stata condivisa con i familiari, poiché in quel momento il quadro clinico appariva caratterizzato da sintomi generici e non riconducibili a una patologia immediatamente identificabile come grave.

Tags: CampobassoIntossicazione alimentareprima pagina

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