Brescia, 9 settembre 2025 – Un importante intervento delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di un estremista islamico di 37 anni, cittadino del Bangladesh e residente nel Mantovano, accusato di aver reclutato giovani stranieri per compiere azioni terroristiche con finalità di jihadismo. L’operazione, condotta congiuntamente dalle Digos di Brescia, Genova, Mantova e Venezia, è stata coordinata dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione di Roma.
Arrestato estremista islamico residente nel Mantovano
L’arrestato è stato individuato come responsabile di arruolamento per atti di violenza e sabotaggio di servizi pubblici essenziali con finalità terroristiche. Le indagini hanno permesso di scoprire che l’uomo aveva instaurato un rapporto di tipo “maestro-allievo” con un altro individuo, già condannato per associazione con finalità terroristiche legata ad una filiazione di Al Qaida. L’attività di indottrinamento mirava a diffondere l’ideologia jihadista tra giovani appartenenti a comunità straniere residenti in Italia.
L’analisi dello smartphone sequestrato all’arrestato ha rivelato un vasto repertorio di materiale pro-jihad, comprendente video di addestramento militare all’uso di armi da fuoco corte e lunghe, oltre a contenuti di propaganda e tecniche di proselitismo per nuovi adepti. Parallelamente, la Digos di Venezia ha eseguito ulteriori perquisizioni su persone sospettate di avere legami con il 37enne, confermando la presenza di una rete di contatti dedita alla stessa attività.
Il fenomeno del jihādismo e le sue implicazioni
Il termine jihādismo indica un movimento terroristico armato che si rifà a una lettura estremamente radicale del concetto islamico di jihād, inteso come guerra santa contro gli “infedeli” per l’espansione dell’Islam, spesso attraverso azioni violente e terroristiche. Nato come fenomeno negli ultimi decenni del XX secolo, il jihādismo si è sviluppato da correnti come il salafismo e il qutbismo, ispirandosi a figure come Sayyid Qutb e ʿAbd Allāh al-ʿAzzām.
Questa ideologia ha dato origine a organizzazioni internazionali come Al Qaida, fondata nel 1988 da Osama bin Laden, e ha ispirato numerosi atti terroristici globali, tra cui gli attentati dell’11 settembre 2001. Al Qaida, oggi classificata come organizzazione terroristica da numerosi governi e organismi internazionali, ha come obiettivo la creazione di un califfato islamico globale e l’eliminazione dell’influenza occidentale nei paesi musulmani.
La terminologia e l’uso corretto di “jihadista” in italiano
Nel dibattito linguistico italiano, vi è ancora qualche incertezza riguardo all’uso dell’articolo determinativo corretto davanti al termine jihadista. La parola deriva dal prestito arabo “jihād” con l’aggiunta del suffisso “-ista” e si riferisce a un sostenitore della “guerra santa” islamica, spesso intesa in senso fondamentalista e terroristico.
Secondo studi linguistici e analisi di frequenza nei media italiani, la forma più diffusa è “il jihadista” al singolare e “i jihadisti” al plurale, sebbene non manchino esempi dell’uso di “lo jihadista” e “gli jihadisti”. Tale oscillazione deriva dalle diverse pronunce del termine nelle lingue di origine, ma per chiarezza e coerenza comunicativa è preferibile attenersi alla forma più consolidata.
L’attenzione mediatica e investigativa su fenomeni di reclutamento come quello scoperto nel Mantovano evidenzia come il jihādismo rimanga una minaccia concreta sul territorio nazionale, con la necessità di un continuo monitoraggio e prevenzione da parte delle autorità italiane ed europee.






