Milano, 28 ottobre 2025 – Il rapper Valentin Antonio Segura, noto con il nome d’arte Faneto, è stato sottoposto a un divieto di avvicinamento nei confronti della sua ex fidanzata e dei familiari di lei. La misura restrittiva, disposta dalla gip di Milano Silvia Perrucci, prevede l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico e nasce da un’inchiesta per maltrattamenti e percosse a carico del giovane di 21 anni.
La misura restrittiva e gli episodi di violenza
Secondo quanto emerso dall’indagine coordinata dal pm Andrea Zanoncelli e dall’aggiunta Letizia Mannella, i maltrattamenti della vittima si sarebbero verificati in più occasioni nei mesi scorsi, con episodi violenti che si sono consumati in particolare negli alberghi dove la coppia ha soggiornato. A segnalare le aggressioni sono stati spesso i dipendenti degli hotel, che hanno allertato le forze dell’ordine. Durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi questa mattina, Faneto si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’applicazione del braccialetto elettronico potrebbe richiedere alcune settimane e in caso di violazione della misura è previsto il carcere.
La ragazza, che ha denunciato il rapper e ha pubblicato sui social alcune immagini dei lividi riportati, è stata così tutelata con questa misura cautelare.
I problemi del braccialetto elettronico nel sistema anti-stalking
Parallelamente, emergono problemi tecnici e organizzativi riguardanti il braccialetto elettronico anti-stalking, dispositivo previsto dal Codice Rosso per proteggere le vittime di violenza domestica. A Milano, come segnalato recentemente, molte donne hanno rinunciato al dispositivo a causa di falsi allarmi e malfunzionamenti che generano ansia anziché sicurezza.
Il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, ha denunciato pubblicamente le disfunzioni del sistema, sottolineando che i braccialetti elettronici disponibili sono pochi e spesso non funzionano correttamente. Questi disservizi coinvolgono anche la gestione degli arresti domiciliari, con casi di persone costrette a restare in carcere in attesa di un dispositivo funzionante.
Il sistema prevede due dispositivi: uno per lo stalker, non rimovibile, e uno per la vittima che avverte in caso di avvicinamento non consentito. Tuttavia, la realtà tecnica attuale sembra lontana dall’assicurare una protezione efficace e continua, come dimostrano le difficoltà vissute da molte vittime, tra cui anche la ragazza di Faneto.
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