Firenze, 26 settembre 2025 – Con l’inizio della stagione autunnale, la Toscana registra un preoccupante aumento di casi di intossicazione da funghi, con numerosi episodi legati al consumo errato di specie velenose. Tra queste spicca il fungo dell’ulivo (Omphalotus olearius), spesso confuso con il più noto e commestibile galletto (Cantharellus cibarius). Gli esperti micologi della regione lanciano un monito severo sull’uso delle app per il riconoscimento dei funghi, ritenute poco affidabili e potenzialmente pericolose.
Il fungo dell’ulivo e i rischi per la salute
Il fungo dell’ulivo si sviluppa principalmente sui tronchi o ceppi di alberi caduti, in particolare di ulivo, e dopo le prime piogge di settembre la sua presenza aumenta notevolmente. Il problema nasce dalla somiglianza con il galletto, un fungo molto apprezzato in cucina, che però cresce su muschio o nel sottobosco e presenta caratteristiche morfologiche diverse. Le lamelle del fungo dell’ulivo sono lunghe e sottili, mentre quelle del galletto sono pieghe o creste che cambiano colore con la cottura, spiega Andrea Pompili, micologo intervistato dal Corriere Fiorentino.
L’inganno è frequente soprattutto tra i cercatori meno esperti, con conseguenze che, seppur non letali, possono essere estremamente sgradevoli. I sintomi tipici dell’intossicazione includono forti disturbi gastrointestinali, vomito e dolori addominali, con diversi casi che hanno richiesto il ricovero ospedaliero. Nel 2022, il fungo dell’ulivo ha rappresentato circa il 50% degli episodi di intossicazione da funghi in Toscana; anche quest’anno si registra un’incidenza simile, con una quindicina di casi segnalati solo nelle prime settimane di raccolta.

L’illusione delle app di riconoscimento
Con la diffusione di smartphone e app dedicate, molti amatori si affidano a strumenti digitali per identificare i funghi raccolti. Tuttavia, gli esperti micologi toscani sono unanimi nel giudicare queste applicazioni poco attendibili e potenzialmente pericolose. Gunedalina Allodi, specialista in igiene pubblica dell’Usl Toscana Centro, sottolinea che non esiste un metodo empirico per distinguere con certezza i funghi commestibili da quelli velenosi, se non attraverso l’esperienza diretta e la consulenza di professionisti.
Nonostante alcune app vantino milioni di download e promettano riconoscimenti precisi basati su semplici fotografie, la realtà è ben diversa: molte di queste piattaforme si limitano a funzionare come archivi visivi, senza garanzie scientifiche. Per questo motivo, l’Usl Toscana Centro ha attivato sportelli gratuiti di consulenza micologica, invitando i raccoglitori a rivolgersi sempre a esperti prima di consumare funghi raccolti in natura. Questo approccio rappresenta l’unica via sicura per evitare incidenti e garantire la propria salute durante la stagione della raccolta.

