Oltre 10.000 strutture alberghiere europee si sono unite in una massiccia azione legale contro il portale di prenotazioni online Booking.com. L’iniziativa, promossa da Hotrec, l’organizzazione europea che rappresenta il settore alberghiero e della ristorazione, mira a ottenere un risarcimento per i danni finanziari subiti a causa delle pratiche anticoncorrenziali del portale. Le adesioni alla class action sono aperte fino al 29 agosto 2025 e il numero di hotel coinvolti è destinato a crescere.
Clausole di parità sotto accusa: cosa è contestato a Booking
La causa, intentata presso un tribunale olandese, prende le mosse dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea dello scorso settembre 2024, che ha dichiarato illegali le cosiddette clausole di parità tariffaria imposte da Booking.com. Queste clausole vietavano agli hotel di offrire tariffe più basse o condizioni migliori su altri canali di vendita rispetto alla piattaforma. Secondo quanto riportato sul sito delle organizzazioni promotrici, questa pratica ha limitato la libertà commerciale delle strutture e ha causato loro perdite economiche significative.
L’azione legale è supportata da un team internazionale di avvocati specializzati in diritto della concorrenza, processualisti ed economisti, che assistono gli albergatori nel procedimento.
La risposta del settore turistico europeo
La class action europea ha ottenuto un consenso rilevante, con oltre 10.000 alberghi già registrati sulla piattaforma dedicata www.mybookingclaim.com per richiedere il risarcimento. Federalberghi, che rappresenta gli albergatori italiani, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, sottolineando come l’azione arrivi in un momento di crescita del turismo in Europa e in Italia, dove l’estate 2025 si prevede particolarmente positiva con 36,1 milioni di italiani in viaggio e un fatturato stimato di 41,3 miliardi di euro.
Inoltre, il termine per aderire alla class action è stato prorogato dal 31 luglio al 29 agosto 2025 a seguito delle numerose richieste e dell’intensificarsi della stagione turistica. La vicenda rappresenta un importante precedente nella tutela della concorrenza nel settore turistico europeo, ponendo l’attenzione sulla necessità di garantire condizioni di mercato più eque per gli operatori.






