Firenze, 2 luglio 2025 – Nel pieno della stagione estiva, con temperature che spesso superano i 40 gradi, si riaccende il dibattito sul compenso dei rider impegnati nelle consegne in condizioni climatiche estreme. La questione, sollevata recentemente da Nidil Cgil, mette in luce non solo il tema degli incentivi economici previsti per chi lavora sotto il sole cocente, ma anche la necessità di tutelare la salute dei ciclofattorini durante ondate di caldo e condizioni meteorologiche avverse.
Bonus temperatura e rischi per i rider: pochi centesimi per lavorare con il caldo estremo
Il cosiddetto “bonus temperatura” è stato introdotto da alcune piattaforme di consegna, come Glovo, per offrire un compenso aggiuntivo ai rider che operano durante i giorni più caldi dell’estate. Gli incentivi economici variano in base alla temperatura registrata: un aumento del 2% per temperature tra i 32 e i 36 gradi, del 4% tra i 36 e i 40 gradi e addirittura dell’8% se si superano i 40 gradi. In termini concreti, considerando una tariffa media di 2,5 euro a consegna, il bonus si traduce in pochi centesimi extra – dai 5 ai 20 centesimi per consegna – destinati a coprire spese come crema solare, sali minerali e acqua.
Tuttavia, Nidil Cgil ha ribadito come nessun incentivo economico possa giustificare l’esposizione a rischi per la salute. La sigla sindacale sottolinea che la normativa sulla sicurezza sul lavoro (dlgs 81/2008) impone alle aziende di valutare e prevenire tutti i rischi, compreso lo stress termico. Per questo motivo, Nidil ha chiesto a Glovo di sospendere le attività durante le ondate di calore con livelli di allerta elevati, mettendo al primo posto la tutela della salute dei lavoratori.
Allerta maltempo e sicurezza: la richiesta di Nidil Cgil Firenze
Non solo il caldo estremo, ma anche le condizioni di maltempo rappresentano un pericolo significativo per i rider. In seguito all’allerta meteo arancione e rossa emanata per la zona metropolitana di Firenze, Nidil Cgil Firenze ha formalmente richiesto alle piattaforme di consegna di sospendere il servizio, garantendo comunque i compensi ai ciclofattorini. Le forti precipitazioni e il rischio di esondazioni rendono infatti pericoloso il transito sulle strade, esponendo i lavoratori a rischi evitabili.
L’appello si estende anche ai consumatori, invitati a rinunciare temporaneamente agli ordini per non mettere a rischio la sicurezza di chi consegna. La solidarietà verso i rider viene così posta come un valore essenziale in situazioni di emergenza meteorologica.
Critiche politiche e sindacali: “ricatto economico” e necessità di un piano nazionale
La questione del compenso dei rider durante condizioni climatiche estreme ha suscitato dure reazioni anche a livello politico. Secondo Valentina Barzotti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro, il bonus economico proposto da Glovo si tradurrebbe in un “ricatto economico” nei confronti di lavoratori costretti a operare nonostante i rischi per la salute. Barzotti ha chiesto al governo Meloni di includere i rider nel protocollo nazionale per l’emergenza caldo sul lavoro e di adottare un piano straordinario più efficace e strutturato.
Dal Partito Democratico, Arturo Scotto ha definito “inaccettabile” mettere a repentaglio la vita dei ciclofattorini in cambio di pochi centesimi in più, annunciando un’interrogazione parlamentare urgente per contrastare queste pratiche e rafforzare le tutele.
Compensi e bonus per i rider nelle piattaforme di delivery: le condizioni attuali
Oltre al bonus temperatura, le piattaforme di delivery come Deliveroo hanno previsto diverse forme di compenso e incentivi per i rider. Il compenso minimo è fissato a 10 euro lordi all’ora, con aggiunte per prestazioni notturne, festività e condizioni meteorologiche sfavorevoli (fino al 20% in più). Inoltre, sono previsti bonus legati al numero di consegne effettuate annualmente e incentivi orari nelle zone di nuova apertura del servizio.
Nonostante ciò, le organizzazioni sindacali continuano a sollecitare un miglioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto in presenza di eventi climatici estremi, per evitare che il lavoro diventi sinonimo di rischio e precarietà.
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