Dopo 17 anni, è stato risolto uno dei casi di cronaca nera più inquietanti e discussi dell’Alto Adige: il ritrovamento del cadavere senza testa lungo l’autostrada del Brennero, nei pressi di Chiusa, avvenuto nel febbraio 2008. La notizia di una svolta nelle indagini è trapelata questa mattina dal Tribunale di Bolzano, anche se al momento non sono stati forniti ulteriori dettagli ufficiali dagli inquirenti
Il ritrovamento e le prime indagini
Il corpo apparteneva a un giovane uomo, stimato tra i 20 e i 25 anni, il cui decesso è stato attribuito a strangolamento seguito dalla decapitazione. La testa era stata rimossa con estrema precisione, come evidenziato dall’autopsia condotta dal noto anatomopatologo Eduard Egarter all’epoca dei fatti. L’esame medico-legale aveva stabilito che la causa primaria della morte era l’asfissia, mentre la decapitazione era un atto successivo, eseguito con cura chirurgica.
Nonostante l’accuratezza delle analisi, gli investigatori non avevano trovato segni di lotta sul corpo, una circostanza che rendeva il caso ancora più misterioso. Le impronte digitali del giovane, diffuse anche alle autorità tedesche, svizzere e austriache, non avevano fornito alcun elemento utile per la sua identificazione.
La svolta dopo anni di indagini
La notizia della possibile svolta nell’indagine, avvenuta già alcuni mesi fa, è stata resa pubblica solo oggi. Gli inquirenti potrebbero fornire ulteriori aggiornamenti già nella prossima settimana, ma al momento il silenzio è ancora prevalente. La città di Bolzano, capoluogo dell’omonima provincia autonoma, si trova al centro di questo caso che ha tenuto alta l’attenzione delle forze dell’ordine e della cittadinanza per quasi due decenni.
Il caso del cadavere senza testa sull’autostrada A22 riapre così un capitolo di cronaca rimasto irrisolto a lungo, portando nuova luce su un cold case che aveva suscitato molta inquietudine nella regione.






