È arrivata la sentenza di primo grado sul caso di Bibbiano: 11 imputati su 14 sono stati assolti, cadono la maggior parte delle accuse
La sentenza del processo “Angeli e Demoni” sul caso Bibbiano ha portato all’assoluzione di 11 degli 14 imputati, confermando così la caduta della maggior parte delle accuse legate ai presunti affidi illeciti. Solo tre persone sono state condannate, con pene sospese, mentre gli altri imputati sono stati assolti o prosciolti per prescrizione.
Processo “Angeli e Demoni”: condanne lievi e ampie assoluzioni nel caso di Bibbiano
Tra i condannati figurano Federica Anghinolfi, ex responsabile dell’area minori della Val d’Enza, condannata a 2 anni (contro i 15 anni richiesti dalla procura), Francesco Monopoli, assistente sociale e braccio destro di Anghinolfi, con un anno e 8 mesi, e la neuropsichiatra Flaviana Murru, con 5 mesi di reclusione. Per tutti e tre la pena è stata sospesa. Gli avvocati difensori hanno sottolineato che la condanna riguarda aspetti amministrativi marginali e hanno annunciato ricorso in appello.
Le accuse iniziali, che nel 2019 avevano scatenato una campagna politica violenta e strumentale, ipotizzavano un sistema di affidi illeciti con relazioni false redatte per allontanare bambini dalle famiglie, anche per affidamenti a persone vicine agli assistenti sociali. La procura aveva chiesto pene molto più severe, ma il tribunale collegiale di Reggio Emilia ha smontato gran parte delle contestazioni.
Il contesto e la risonanza mediatica del caso
Il caso Bibbiano, un comune di poco più di 10mila abitanti a 15 chilometri da Reggio Emilia, ha avuto un impatto nazionale per la sua risonanza mediatica e politica. Nel giugno 2019, 24 persone erano state indagate e 16 sottoposte a misure cautelari, tra cui amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti. La vicenda era stata al centro di una campagna politica aggressiva, con l’uso del caso per attaccare il Partito Democratico, allora al governo locale.
Leader di partiti di destra come Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano fatto visite pubbliche a Bibbiano, accusando apertamente il PD, mentre il Movimento 5 Stelle aveva adottato lo slogan “parlateci di Bibbiano”, contribuendo alla polarizzazione del dibattito pubblico. L’allora sindaco PD Andrea Carletti, coinvolto in un filone laterale dell’inchiesta, è stato assolto da tutte le accuse dopo l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio.
Le implicazioni e le reazioni alla sentenza
Gli avvocati di Anghinolfi hanno affermato: “Oggi sappiamo che non esistono demoni contrapposti agli angeli, la nostra assistita non è una ladra di bambini e non ha mai agito contro la tutela dei minori”, evidenziando come la sentenza smonti la narrazione mediatica che aveva devastato l’immagine degli imputati e il sistema di tutela dei minori.






