Roma, 14 agosto 2025 – Autovelox a rischio spegnimento su tutto il territorio nazionale a partire da ottobre, a meno che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) non intervenga con un decreto attuativo entro il 19 agosto che avvii il censimento obbligatorio delle apparecchiature da parte di Comuni, Province e Regioni. La scadenza per l’invio dei dati è fissata a due mesi dal decreto, ma entro il 18 ottobre si potrebbe configurare una situazione di caos per i sistemi di controllo della velocità sulle strade italiane.
Autovelox, la normativa e l’obbligo di censimento
Il Codacons ha richiamato l’attenzione sulla normativa prevista dal Decreto Infrastrutture, che impone agli enti locali di censire e comunicare al Mit tutti i dispositivi di rilevazione della velocità installati nei propri territori. Il censimento deve includere la localizzazione, i dati tecnici, la conformità, il modello e l’omologazione di ogni autovelox. La comunicazione al Ministero è una condizione necessaria per il legittimo utilizzo delle apparecchiature: senza i dati, i Comuni non potranno più utilizzare gli autovelox, con la conseguente possibile disattivazione dei dispositivi.

Questa misura è stata adottata per garantire maggiore trasparenza nell’uso degli strumenti automatici di controllo della velocità, ma la mancata attuazione del decreto ha creato una situazione di stallo burocratico.
Il contesto attuale e le criticità
Il problema si inserisce in un quadro più ampio di controversie legate alla mancanza di un decreto di omologazione degli autovelox, che in Italia manca da oltre trent’anni. Nonostante l’obbligo normativo risalga al 1992, il decreto attuativo che dettaglia le modalità di omologazione non è mai stato emanato, generando un vuoto legislativo che ha portato a numerose sentenze di annullamento delle multe per eccesso di velocità.
Recentemente, il Mit ha cercato di sanare la situazione con un decreto inviato a Bruxelles a marzo 2025, poi ritirato per ulteriori approfondimenti. Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) si sono confrontati in un botta e risposta sulla gestione del censimento, con l’Anci che ha consegnato i dati con un’adesione parziale: solo il 40,6% degli autovelox fissi e il 32,8% di quelli mobili risultano approvati dopo il 2017.
Nel frattempo, alcuni Comuni hanno già spento gli apparecchi, mentre associazioni di consumatori come Globoconsumatori annunciano ricorsi fino alla Suprema Corte per ribadire l’obbligo di omologazione per tutti i dispositivi.
Il rischio concreto è che, senza il decreto attuativo e il censimento completo, gli autovelox possano essere disattivati, compromettendo la sicurezza stradale e la regolarità del sistema sanzionatorio.






