Genova, 20 agosto 2025 – L’autopsia ha chiarito i primi dettagli sulla morte di Elton Bani, il muratore 41enne deceduto domenica a Sant’Olcese durante un intervento dei carabinieri. Secondo quanto accertato dal medico legale Isabella Caristo, l’uomo è stato colpito da tre scariche di taser: una di striscio sul davanti del corpo e due nella parte alta della schiena, rivelatesi decisive e responsabili dell’arresto cardiaco che ne ha provocato il decesso.
Dall’esame non sono emerse patologie pregresse al cuore che possano aver influito sul tragico esito. Per chiarire se Bani avesse assunto sostanze stupefacenti sarà invece necessario attendere i risultati degli esami tossicologici.
Sul corpo sono state riscontrate alcune escoriazioni: una al braccio, attribuita a un incidente stradale avvenuto pochi giorni prima, e altre compatibili con la colluttazione durante l’intervento dei militari, considerate però non letali.
Il fratello della vittima, assistito dall’avvocato Cristiano Mancuso, ha espresso dolore e rabbia per l’accaduto, dichiarando di non riuscire “a darsi pace per quanto successo” e chiedendo che venga fatta giustizia.
Indagini in corso
Secondo la ricostruzione degli investigatori, i carabinieri erano intervenuti su richiesta del 118 per un uomo in stato di agitazione. Dopo un primo momento di calma, Bani avrebbe aggredito i militari con calci e pugni mentre veniva accompagnato in casa per prendere i documenti. A quel punto è stato utilizzato il taser, con almeno tre scariche erogate.
Il contesto e i rischi legati all’uso del taser
Il caso di Bani si inserisce in un quadro più ampio di dibattito sull’uso delle armi a impulsi elettrici in Italia e nel mondo. Prodotti dall’americana Axon Enterprise, i taser sono strumenti classificati come “non letali” ma che possono causare gravi conseguenze, soprattutto in soggetti con patologie cardiache o sotto effetto di sostanze. Studi scientifici indicano come le scariche elettriche possano provocare aritmie, convulsioni e, in casi rari, anche la morte.
Oltre alla morte di Bani, avvenuta a Genova, di recente c’è stato anche un episodio analogo a Olbia. In entrambi i casi sono state aperte indagini per accertare le responsabilità. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito il taser “uno strumento imprescindibile” per garantire la sicurezza, sottolineando che il dispositivo deve essere utilizzato solo in situazioni di reale pericolo e violenza.






