Azione di Extinction Rebellion a Roma: circa 100 attivisti hanno occupato l’ingresso della sede di Leonardo sulla Tiburtina. Hanno denunciato la complicità dell’azienda e del Governo italiano nel genocidio in Palestina, chiedendo giustizia e rispetto per il diritto internazionale
Circa cento attivisti del movimento Extinction Rebellion hanno occupato questa mattina l’ingresso della sede produttiva di Leonardo, situata lungo la Tiburtina a Roma. Questa azione di protesta, avvenuta il 29 aprile, ha visto i manifestanti seduti a terra davanti ai cancelli e, in alcuni casi, incatenati tra di loro e all’ingresso dell’azienda. Durante l’occupazione, alcuni attivisti sono saliti sulle colonne e sulle inferriate, mentre altri hanno tentato di entrare nella struttura.
Un messaggio forte contro la complicità
Il movimento ha esposto uno striscione di denuncia con la scritta “Leonardo complice“, evidenziando il proprio dissenso nei confronti delle attività dell’azienda. Le affermazioni degli attivisti sono chiare: “Partigiane per il clima, non per le vostre guerre. Sabotare la guerra non è reato“. Queste parole non sono solo un richiamo all’attenzione sul cambiamento climatico, ma anche una critica alla presunta complicità dell’azienda e del governo italiano nel conflitto in Palestina.
La contraddizione di un paese democratico
L’occupazione ha come obiettivo quello di far riflettere sull’apparente contraddizione di un paese democratico, la cui Costituzione ripudia la guerra, che si troverebbe a sostenere crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale. Gli attivisti hanno posto domande provocatorie: “Come può un paese democratico essere complice di un genocidio?“. Queste affermazioni sottolineano la crescente frustrazione nei confronti delle politiche governative e aziendali, che, secondo i manifestanti, non si allineano con i principi di giustizia e rispetto dei diritti umani.
Mobilitazione globale per il clima
L’azione si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione globale per il clima, in cui gruppi come Extinction Rebellion continuano a lanciare appelli per una maggiore responsabilità ambientale e sociale. La manifestazione ha attirato l’attenzione non solo dei passanti ma anche dei media, portando alla luce le preoccupazioni legate alla produzione bellica e al suo impatto sull’ambiente e sui diritti umani.






