Accusato dagli USA di spionaggio informatico su vaccini anti-Covid, il cittadino cinese arrestato ieri, Xu Zewei, è in carcere a Busto Arsizio. Difesa e famiglia contestano legittimità dell’arresto ed estradizione
Milano, 8 luglio 2025 – Si è svolta questa mattina presso il Tribunale di Milano l’udienza per l’identificazione ufficiale di Xu Zewei, il cittadino cinese di 33 anni arrestato il 3 luglio scorso all’aeroporto internazionale di Milano Malpensa. L’uomo è finito in custodia cautelare su mandato delle autorità statunitensi, che lo accusano di essere parte di un gruppo di hacker coinvolto in attività di spionaggio informatico su ricerche di vaccini anti-Covid sviluppati nel 2020 presso l’Università del Texas.
Le accuse statunitensi al cittadino cinese arrestato
Xu Zewei è stato fermato all’arrivo in Italia, proveniente da Shanghai, in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale emesso nel novembre 2023 dal Tribunale del Distretto meridionale del Texas. Le accuse mosse dall’FBI nei suoi confronti includono frode telematica, furto di identità aggravato, associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica e accesso non autorizzato a sistemi informatici protetti.
Secondo i documenti giudiziari, Xu avrebbe fatto parte di una rete di hacker, denominata “Hafnium”, che avrebbe orchestrato una campagna di intrusione su larga scala a favore del governo cinese, prendendo di mira università e centri di ricerca negli Stati Uniti e in altri Paesi. In particolare, le operazioni di spionaggio avrebbero riguardato le ricerche sui vaccini anti-Covid in fase di sviluppo presso l’Università del Texas nel 2020, nel pieno della pandemia di Sars-CoV-2.
La custodia cautelare nel carcere di Busto Arsizio, dove attualmente Xu è detenuto, è stata convalidata dalla giudice Veronica Tallarida, che ha evidenziato un “concreto pericolo di fuga” data la recente entrata in Italia del 33enne e la mancanza di legami stabili nel Paese.
La difesa e la posizione del detenuto
L’avvocato difensore, Enrico Giarda, ha sottolineato che Xu Zewei nega ogni coinvolgimento nelle accuse e ha espresso dubbi sulla correttezza dell’identificazione: “Zewei teme uno scambio di persona, poiché il suo nome e cognome sono piuttosto comuni in Cina”. Il legale ha annunciato l’intenzione di richiedere misure alternative alla detenzione in carcere e ha dichiarato che Xu si presenta come un IT manager presso una società di semiconduttori di Shanghai, privo di motivazioni per compiere attività criminali.
La moglie, ascoltata dalla Polizia postale, ha confermato che il 33enne era in Italia per una vacanza e ha dichiarato: “Non comprendiamo il motivo dell’arresto, mio marito è un tecnico informatico e non ha alcun legame con queste accuse“. Ha inoltre riferito che Xu soffre di problemi psicologici e che un eventuale trasferimento negli Stati Uniti potrebbe compromettere la sua salute.
Nel frattempo, il Consolato cinese ha ottenuto dalla Corte d’Appello di Milano il permesso di visitare il connazionale detenuto, confermando l’interesse diplomatico sulla vicenda.
L’udienza odierna ha riguardato esclusivamente l’identificazione personale e l’eventuale consenso all’estradizione, con la Procura generale di Milano che nelle prossime settimane valuterà gli atti per formulare un parere sulla richiesta degli Stati Uniti.
Fonte: Riccardo Sciannimanico - Presunto hacker arrestato a Malpensa, legale: "Zewei teme scambio di persona"





