Buenos Aires, 15 ottobre 2025 – In una recente e approfondita intervista, Julio Santucho, figura storica e fondatore dell’Ejército Revolucionario del Pueblo (ERP), ha ripercorso le tappe fondamentali della lotta armata che ha caratterizzato la sua militanza politica in Argentina. Nato nel 1945, Santucho è stato protagonista di un movimento rivoluzionario marxista e guevarista che ha segnato profondamente la storia argentina degli anni ’70, durante la feroce dittatura militare.
La nascita e la missione dell’ERP

Julio Santucho racconta come nel 1961 venne fondato il Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (PRT), che nel 1970 diede vita all’ERP, ispirandosi alla rivoluzione cubana. L’ERP rappresentò il braccio armato del popolo nella lotta contro la dittatura militare, operando non solo nelle zone rurali ma anche nelle città e nelle grandi fabbriche. “Il PRT aveva circa 5mila militanti, mentre l’ERP poteva contare su 20mila persone”, spiega Santucho, ricordando le azioni audaci messe in campo, come il controllo di sette caserme militari e l’evasione dal carcere di Trelew, evento tragico in cui 19 persone furono assassinate, compresa la cognata di Santucho.
Il ruolo di Juan Domingo Perón e del peronismo viene analizzato da Santucho in una chiave critica, evidenziando il suo ritorno con un discorso anti-comunista e la sua connessione con ambienti della P2: “Quando Perón tornò nel ‘75, era accompagnato da Licio Gelli e aveva rapporti con militari membri della P2”, afferma il rivoluzionario.
La famiglia Santucho e il ritrovamento del figlio desaparecido
La storia personale di Julio Santucho è segnata profondamente dalla repressione della dittatura: sua moglie Cristina Navajas fu uccisa in un “volo della morte” subito dopo il parto clandestino, e il loro neonato rapito. Dopo 46 anni, quel figlio scomparso è stato finalmente ritrovato, un evento che Santucho definisce “una vittoria contro il regime di Videla”.
Santucho ha vissuto in esilio a Roma per 17 anni, dove ha potuto ricongiungersi con altri figli e familiari, e ha fondato il Festival Internazionale del Cinema dei Diritti Umani. Il figlio ritrovato, definito “nipote 133” tra i desaparecidos, ha espresso il desiderio di conoscere la verità sulla sua identità e origine, dopo una vita intera vissuta nella menzogna imposta dal regime.
Il figlio maggiore di Julio, Miguel Santucho, ha raccontato in dettaglio la sua esperienza di bambino sottratto e cresciuto in Italia, il suo ritorno in Argentina e il forte impegno nella ricerca dei desaparecidos, un impegno che oggi porta avanti con passione e determinazione.
Santucho sottolinea che la lotta armata è stata fondamentale per la conquista della democrazia in Argentina, e che oggi la memoria di quella resistenza è viva nelle nuove generazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e nella lotta antifascista.
Nota: L’articolo si concentra esclusivamente sulle informazioni confermate e documentate relative alla storia dell’ERP, alla testimonianza di Julio Santucho, e al contesto familiare legato ai desaparecidos, senza aggiungere interpretazioni o supposizioni.
Fonte: Fabrizio Rostelli - Argentina, Santucho (ERP): "Abbiamo conquistato la democrazia con la lotta armata"






