Una 25enne rumena è stata condannata, in abbreviato, a 4 anni e 8 mesi per rapina e lesioni gravi che la notte tra il 29 e il 30 agosto 2024 aggredì nella cantina di un palazzo in via Maso Finiguerra, nel centro di Firenze, il 91enne Ezio Clemente. La giudice ha disposto un risarcimento di 3mila euro. La famiglia è delusa dalla sentenza e valuta l’appello.
Un grave episodio di violenza ha scosso Firenze, dove una giovane di 25 anni, di origini rumene, è stata condannata a 4 anni e 8 mesi di reclusione per rapina e lesioni gravi. L’episodio, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 agosto 2024, ha visto la donna aggredire il 91enne Ezio Clemente nella cantina di un palazzo situato in via Maso Finiguerra, nel cuore della città. Questo caso ha suscitato un ampio dibattito sulla sicurezza degli anziani e sull’importanza di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione.
La sentenza e le reazioni
La sentenza è stata emessa dalla giudice per le indagini preliminari Francesca Scarlatti, che ha anche imposto alla condannata di risarcire l’anziano e di versare una provvisionale di 3.000 euro in attesa della definizione dell’importo totale da parte del tribunale civile. Il pubblico ministero Lorenzo Boscagli aveva inizialmente chiesto una pena più severa, pari a 8 anni di reclusione, sottolineando la gravità dell’atto.
Durante l’udienza, la giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche e ha deciso di non considerare la recidiva. La figlia di Ezio, Chiara Clemente, che si era costituita parte civile, ha espresso delusione per il verdetto, affermando di non aver ricevuto alcun risarcimento. “Rispettiamo la sentenza, ma ci aspettavamo una decisione diversa”, ha dichiarato l’avvocato Guglielmo Mossuto, legale della famiglia.
Le condizioni di Ezio e le prospettive future
Ezio è descritto come un uomo in condizioni molto fragili, paragonato a “un bimbo di due anni” a causa della sua invalidità totale. Attualmente vive in una residenza per anziani, il cui costo mensile è di 4.800 euro. Nonostante la sentenza sia stata emessa in rito abbreviato, l’avvocato della famiglia ha evidenziato che era stata richiesta una consulenza per accertare la gravità delle lesioni, ma questa richiesta non è stata accolta dalla giudice.
La famiglia ora sta valutando se impugnare la sentenza, in attesa di ricevere le motivazioni ufficiali del verdetto. Questo caso solleva interrogativi sulla sicurezza degli anziani e sulla crescente violenza che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione. La questione sarà monitorata attentamente, mentre la comunità si interroga sulle misure da adottare per prevenire simili episodi in futuro.






