Antonio Bardellino, ex sindaca di Formia racconta il mistero del bunker scoperto nel 2023
Villa: “Stranezze, affari di famiglia e nessuna reazione da parte della politica”
Cronaca (Roma). Chi era davvero Antonio Bardellino? Il fondatore del clan dei Casalesi è davvero morto nel 1988 o si è nascosto per decenni tra Sud America e Italia? In questo video, Paola Villa – ex sindaca di Formia e oggi consigliera comunale – racconta i retroscena di una vicenda oscura: il ritrovamento di un presunto covo nel 2023, i silenzi della politica locale e i legami con il territorio di formia di uno dei clan più temuti della camorra.
“Nel Sud Pontino la maggior parte delle persone ha sempre ritenuto un po’ fantastica la possibilità che Antonio Bardellino sia davvero morto nel maggio del 1988. Perché? Perché i parenti più stretti, dopo la sua presunta morte, si sono trasferiti a pochi chilometri dalla provincia di Caserta, e hanno continuato a portare avanti i loro affari. Essere parenti di un capo indiscusso come Bardellino e restare attivi in quel mondo contrasta con ciò che normalmente accade a chi viene eliminato da altre famiglie criminali”.
Lo ha raccontato Paola Villa, ex sindaca di Formia e oggi consigliera comunale di opposizione, in un’intervista esclusiva rilasciata ad Alanews nell’aprile 2024 sul caso sul caso del fondatore del clan dei Casalesi.
“La seconda compagna di Bardellino – ha aggiunto – veniva spesso qui a trovare i nipoti, aveva contatti con i familiari. Strano per chi sarebbe dovuta essere la vedova di un uomo assassinato. La morte di Bardellino fu una delle prime cause in cui fu coinvolto Francesco Schiavone, detto Sandokan, condannato all’ergastolo: usò Mario Iovine, uomo di fiducia di Bardellino, per farlo uccidere in Brasile. Ma il corpo non fu mai trovato, e questo è anomalo rispetto al modus operandi degli Schiavone e dei Bidognetti, che solitamente mettono in mostra i corpi per rivendicare l’esecuzione”.
Villa ha ricordato che “nel 2018, a 30 anni dai fatti, i tre figli avuti dalla seconda compagna hanno ottenuto il certificato di morte. Alcuni di loro non portavano il cognome Bardellino, ma hanno poi voluto vantarlo. Nel luglio 2023 è stato scoperto un presunto covo in una villetta del Villaggio del Sole di Formia, ricondotto alla rete patrimoniale della famiglia. Era appartenuto ad Aldo Ferrucci, impresario e uomo d’affari della famiglia, patron della discoteca Seven Up e legato a personalità della politica e dello spettacolo”.
“Questa – ha concluso Villa – è una notizia importantissima. Scoprire che uno dei più potenti capi della Camorra possa aver vissuto liberamente tra Europa e Sud America non da latitante ma da morto, ha un peso enorme anche alla luce dei processi Spartacus. Ma a Formia ogni volta che si parla dei Bardellino scatta l’omertà: nessuno parla, né la politica né l’imprenditoria. Anche dopo l’attentato del 2022 si è parlato solo in chat. E nel 2023 nessun politico ha chiesto chiarezza. Si commentano i grandi boss lontani da qui, ma quando la storia tocca da vicino, si tace”. (Stefano Chianese/alanews)