Milano, 7 dicembre 2025 – La memoria di Ramy Elgaml, giovane di 19 anni tragicamente scomparso lo scorso 24 novembre durante un inseguimento con i carabinieri, continua a suscitare forte emozione e dibattito nella città meneghina. Nella serata di sabato 6 dicembre, in Largo Maria Callas, a pochi passi dal Teatro Dal Verme, l’artista Cristina Meyer ha affisso un manifesto in ricordo di Ramy su una serranda abbassata di un chiosco. L’opera vuole essere una denuncia contro la decisione di conferire l’Ambrogino d’Oro al nucleo radiomobile dei Carabinieri, coinvolto proprio nell’episodio che ha portato alla morte del giovane.
Ramy Elgaml e i fatti del 24 novembre

Ramy Elgaml, egiziano residente in Italia da diversi anni, è morto in seguito a un incidente verificatosi in via Ripamonti, nel sud di Milano, dopo un inseguimento lungo otto chilometri con tre pattuglie dei carabinieri. Il ragazzo era a bordo di uno scooter guidato dall’amico tunisino Fares Bouzidi, 22 anni. Entrambi avevano precedenti. La notte del 24 novembre, poco prima delle quattro, i due non si sono fermati a un posto di blocco in via Farini, zona nota per frequentati controlli e attività criminali, inclusi episodi con spray al peperoncino.
Durante l’inseguimento, i due giovani hanno percorso contromano un tunnel di viale Liberazione, dove erano stati allestiti controlli antidroga e alcoltest. L’inseguimento si è concluso in via Ripamonti, dove il conducente ha perso il controllo dello scooter che si è schiantato contro un muretto. Ramy è stato sbalzato prima dell’impatto e, nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi, è deceduto al Policlinico. Fares Bouzidi è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e trasportato al San Carlo, mentre due carabinieri coinvolti sono stati ricoverati al Fatebenefratelli.
Controversie e indagini in corso
La dinamica dell’incidente è al centro di accese controversie. I carabinieri sostengono che Ramy sia caduto dallo scooter senza alcun contatto con il loro veicolo, mentre i legali delle famiglie di Ramy e di Fares parlano di uno “speronamento volontario”. Un militare è indagato per omicidio stradale, così come Bouzidi. Altri carabinieri sono sotto accusa per reati che includono frode processuale e depistaggio. Inoltre, è emersa la cancellazione di un video girato da un testimone, che secondo le accuse sarebbe stato fatto rimuovere dai militari.
L’opera di Cristina Meyer davanti al Teatro Dal Verme assume così un valore simbolico e di denuncia, in un clima ancora teso e con manifestazioni di protesta che hanno coinvolto diverse città italiane, tra cui Roma, Milano e Bologna, dove si chiede giustizia per Ramy Elgaml e si solleva un dibattito acceso sui temi della sicurezza e delle forze dell’ordine.
Fonte: Nicoletta Totaro - Ambrogini d'Oro al nucleo radiomobile dei Carabinieri, davanti al Dal Verme un'opera per Ramy



