Oltre dodici ore sotto l’assedio dell’acqua hanno trasformato il ristorante L’Argine, di Antonia Klugmann, in un vero e proprio scenario di emergenza. Tra il 16 e il 17 novembre, l’esondazione del fiume Judrio ha invaso più punti del Collio, raggiungendo anche la struttura della chef friulana. La cucina è completamente sommersa, la sala coperta di fango e le stanze al piano terra, appena riaperte dopo lavori durati mesi, sono nuovamente inagibili.
I danni ingenti subiti dal ristorante di Klugmann
“Sto aspettando che qualcuno arrivi ad aiutarci, ma la protezione civile non è ancora arrivata”, ha raccontato Klugmann a Repubblica.
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“Più il ristorante resta sott’acqua, più i danni aumenteranno nei prossimi mesi”. La situazione è precipitata mentre il locale era in piena attività per il servizio serale: clienti seduti ai tavoli e staff evacuati rapidamente, con barriere improvvisate per proteggere la cucina, che però non hanno retto all’avanzata del fango.
Il Collio, un territorio fragile
La chef ha sottolineato come il problema non sia solo l’allagamento in sé, ma la vulnerabilità strutturale del territorio: “Bastano tre settimane di tempo asciutto e una giornata di pioggia perché l’argine ceda e il ristorante si riempia d’acqua. Non siamo attrezzati per questo tipo di emergenza, ma dovremmo esserlo. Le cose stanno cambiando e bisogna prenderne coscienza”.
Paesaggio e sicurezza, un binomio imprescindibile
Per Klugmann, la tutela del territorio e la sicurezza devono precedere qualsiasi discorso di turismo o valorizzazione paesaggistica: “Il paesaggio non è solo decorativo, rappresenta l’identità del nostro Paese. Un privato può fare ben poco di fronte a fenomeni così devastanti. Abbiamo investito decine di migliaia di euro per proteggere la struttura, ma non è servito a nulla”.
L’appello di Klugmann
Dopo la notte di emergenza, Klugmann ha espresso frustrazione di fronte alle priorità del Paese: “È difficile vedere miliardi destinati al Ponte di Messina e nulla per un’emergenza collettiva che riguarda ogni regione. La sicurezza dei cittadini e del territorio deve venire prima di tutto”. Prima di chiudere l’intervista, ha lanciato un ultimo appello: “Spero che nel frattempo qualcuno ci aiuti, perché più si interviene velocemente, meglio sarà per il futuro”.
Per approfondire: Chi è Antonia Klugmann: dalla facoltà di Giurisprudenza alla stella Michelin






