Roma, 25 luglio 2025 – Una quarantina di lavoratori ex Alitalia si sono riuniti oggi in presidio davanti alla sede del Ministero del Lavoro per manifestare contro la nuova procedura di licenziamento collettivo che riguarda circa 2.000 lavoratori ancora in cassa integrazione fino al 31 ottobre. La protesta, organizzata da Usb e Cub trasporti, ha voluto sottolineare la situazione di forte incertezza e le promesse non mantenute dal governo, in particolare quelle avanzate nel 2022 da rappresentanti della maggioranza attuale.
Le promesse disattese e le preoccupazioni dei lavoratori
Nel corso del presidio, Daniele Pinori ha ricordato con amarezza le parole di esponenti politici come Rampelli, che nel 2022 assicuravano un futuro certo per la compagnia di bandiera: “Porto con me lo striscione “Alitalia Patrimonio Nazionale” che feci allora, quando Rampelli disse: “Mai allo straniero” – ha dichiarato Pinori al microfono –. Ora sugli aerei c’è scritto “Gruppo Lufthansa”. Non abbiamo più una compagnia di bandiera”. La protesta evidenzia così il forte malcontento legato alla perdita dell’identità nazionale di Alitalia, ora parte di un gruppo straniero.
Il confronto con il Ministero del Lavoro e le prospettive future
Al termine dell’incontro con i delegati ministeriali, Cleofe Fetolotta, rappresentante Usb Lavoro Privato – Trasporto Aereo, ha spiegato che “il Ministero ha riferito che le aperture normative sono esaurite, ma si è impegnato a lavorare sul caso”. Fetolotta ha inoltre sottolineato la gravità della situazione occupazionale: “Solo 700 dei 2.000 lavoratori in cassa integrazione raggiungeranno la pensione nei prossimi cinque anni. Gli altri rischiano il licenziamento senza tutele”. Il prossimo incontro con il Ministero è stato fissato per il 9 settembre, mentre Usb ha annunciato l’intenzione di convocare nuovi presidi per mantenere alta l’attenzione sul tema.
Antonio Amoroso, portavoce di Cub Alitalia, ha espresso un giudizio severo sulla gestione attuale: “Il trasporto aereo è in crescita, ma si stanno assumendo giovani precari al posto di chi ha lavorato per 20-25 anni. È inaccettabile. Il governo assiste in silenzio alla sostituzione di massa. Chiediamo ammortizzatori sociali fino al pieno riassorbimento di tutti i lavoratori sospesi”. La protesta si inserisce dunque in un contesto di forte mobilitazione sindacale e di richieste di maggiore tutela per i dipendenti coinvolti nella crisi del settore aereo.
Fonte: Stefano Chianese - Alitalia, presidio al Ministero del Lavoro. Fetolotta (Usb): "Rischio licenziamento di 1300 persone"





