Due uomini hanno sparato con fucili a pallettoni, uccidendo l’operaio Michele Vallelunga, 27 anni. L’agguato, avvenuto in Località Prateria, ha coinvolto anche Salvatore Oppedisano, testimone dell’attacco. Indagini in corso
Un agguato mortale ha scosso la comunità di San Pietro di Caridà, in Calabria, dove Michele Vallelunga, un giovane di 27 anni, ha perso la vita a causa di un attacco armato. L’episodio è avvenuto questa mattina, intorno alle 8:30, in contrada Prateria, una zona montuosa del Reggino, al confine con la provincia di Vibo Valentia. La vittima, originaria di Serra San Bruno e operaio in una ditta boschiva, è stata colpita da due uomini con il volto coperto da passamontagna, i quali hanno aperto il fuoco con un fucile, colpendo Vallelunga al torace e alla testa. Purtroppo, il giovane non ha avuto scampo ed è morto sul colpo.
Ricostruzione dell’agguato
Le indagini sull’omicidio sono state avviate dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, che hanno raccolto testimonianze cruciali, in particolare quella di Salvatore Oppedisano, il fratello della fidanzata di Vallelunga, presente al momento dell’attacco. Oppedisano, che ha riportato solo una lieve escoriazione, ha raccontato di come i due uomini abbiano aperto il fuoco non appena il trattore su cui si trovavano si è avvicinato a una siepe. Questo agguato si inserisce in un contesto di violenza che ha già colpito la zona, creando preoccupazione tra i residenti.
Un contesto di violenza
L’omicidio di Michele Vallelunga potrebbe essere legato a una faida tra famiglie di ‘ndrangheta, un fenomeno che ha già causato altri tre omicidi recenti nella regione. Vallelunga era, infatti, cognato di Domenico Oppedisano, un altro giovane ucciso lo scorso aprile nella stessa area con modalità simili. Le forze dell’ordine stanno ora indagando per capire se Vallelunga fosse un obiettivo specifico o se l’agguato mirasse a colpire entrambi gli uomini presenti.
Sicurezza e preoccupazioni nella comunità
Le indagini sono coordinate dalla Procura di Palmi, che sta cercando di chiarire la dinamica dell’evento. Al momento, non ci sono sospettati ufficialmente identificati, ma le forze dell’ordine stanno raccogliendo ulteriori testimonianze e prove. La comunità è sotto shock per questo ennesimo episodio di sangue, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sulla presenza della criminalità organizzata in Calabria. Le autorità locali e i carabinieri hanno intensificato i controlli nella zona, che è già stata soprannominata “la nuova faida dei boschi”, per cercare di prevenire ulteriori atti di violenza e ripristinare la tranquillità tra i residenti.






