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Aggressione a famiglia ebrea in autogrill, secondo un testimone “il bambino era sotto shock”

Famiglia ebraica vittima di insulti all’autogrill Villoresi Ovest: testimoni raccontano tensione e paura, bambino sotto shock. Indagini in corso sulla vicenda.

by Alessandro Bolzani
29 Luglio 2025
Famiglia ebrea aggredita in Autogrill a Milano

Ebrei aggrediti in Autogrill a Milano | Shutterstock - alanews

Milano, 29 luglio 2025 – Un episodio di violenza ha turbato la tranquilla giornata presso l’autogrill Villoresi Ovest, lungo l’autostrada nei pressi di Lainate, dove una famiglia di religione ebraica è stata oggetto di insulti e aggressioni verbali. A raccontare la scena è un addetto alle pulizie, testimone diretto dei fatti, che ha descritto un ambiente carico di tensione e urla.

Aggressione nei pressi dei banconi alimentari dell’autogrill

Secondo quanto emerso dalle prime indagini e confermato dal racconto del lavoratore, l’episodio sarebbe iniziato vicino ai banconi dove si servono caffè, panini e altri generi alimentari. Il 52enne francese, vittima dell’aggressione, si trovava con il proprio bambino quando, recatosi nelle toilette al piano sottostante, è stato circondato da un gruppo di persone che lo insultavano e gli intimavano di cancellare un video che avrebbe fatto. La situazione è degenerata in urla e spinte, ma non sono state registrate violenze fisiche.

Bambino sotto choc e reazione del personale

Il bambino, rimasto in silenzio durante l’accaduto, è apparso visibilmente scioccato, come ha descritto l’addetto alle pulizie presente sul posto. “C’era un uomo in mezzo alla folla e accanto a lui il bambino silenzioso, sembrava scioccato,” ha riferito il testimone. Gli addetti dell’autogrill, pur essendo stati invitati a non rilasciare dichiarazioni, hanno espresso il proprio dispiacere per quanto accaduto, sottolineando che simili episodi non erano mai capitati prima nel luogo di lavoro, frequentato quotidianamente da turisti e viaggiatori.

Il commento di Eugenia Roccella: “In Italia non c’è nessuno spazio per l’antisemitismo”

La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha usato parole dure per commentare l’episodio avvenuto all’autogrill di Lainate, sottolineando come l’antisemitismo stia riemergendo in forme preoccupanti anche nel nostro Paese.

Secondo Roccella, alla base di questa nuova ondata d’odio c’è anche la strategia politica e comunicativa di Hamas, che – a suo avviso – sin dall’inizio del conflitto ha cercato di alimentare un clima di ostilità verso gli ebrei a livello internazionale. Tale strategia, denuncia la ministra, avrebbe sfruttato le legittime emozioni suscitate dalla drammatica situazione della popolazione civile a Gaza, senza però mai preoccuparsi realmente delle loro sofferenze. “Ricordiamo tutti – afferma – le dichiarazioni esplicite dei leader di Hamas, come quella di Haniyeh: ‘Abbiamo bisogno del sangue delle donne, dei bambini e degli anziani per risvegliare dentro di noi lo spirito rivoluzionario…’”.

Parole che, secondo Roccella, non lasciano dubbi sull’intento deliberato di manipolare il dolore collettivo per alimentare l’odio. “Purtroppo – aggiunge – questa strategia ha avuto conseguenze gravi, fomentando l’antisemitismo in tutto il mondo”. L’aggressione avvenuta a Lainate viene quindi indicata come un segnale allarmante, che conferma quanto l’odio antiebraico stia riuscendo a infiltrarsi anche nei contesti occidentali più insospettabili.

La ministra, pur ribadendo l’impegno dell’Italia nella ricerca di una soluzione al conflitto e nell’attenzione umanitaria verso le popolazioni civili, ci tiene a distinguere nettamente tra la solidarietà per chi soffre e l’odio ideologico. “L’antisemitismo – conclude – non ha nulla a che vedere con la compassione né con il desiderio di pace. In Italia non c’è spazio per questo veleno e non ci stancheremo mai di dirlo con forza”.

Parla l’uomo aggredito in autogrill: “Insulti in rete a me e a mio figlio”

Il turista francese di religione ebraica che ha denunciato un’aggressione in un autogrill nei pressi di Milano ha raccontato all’ANSA di aver ricevuto non solo messaggi di solidarietà, ma anche una valanga di insulti antisemiti online rivolti a lui e al figlio di sei anni. “Mi ha commosso la vicinanza del mondo ebraico – spiega – ma sono arrivati anche messaggi d’odio e violenza. C’è chi mi ha scritto che dovrei avere un tatuaggio sul braccio, chi mi accusa di essere autore di un genocidio”.

Il trauma del figlio

L’uomo si dice in condizioni migliori dal punto di vista fisico, ma esprime forte preoccupazione per il benessere psicologico del bambino, che ha assistito all’aggressione. “Mio figlio è rimasto immobile, non ha avuto alcuna reazione visibile. Non mi ha fatto domande, ma io gli ho raccontato tutto. Gli ho spiegato che a volte ci sono persone cattive, a cui non piacciamo, e che quello che è successo è stato un incidente: papà lo ha protetto”. Il piccolo sarà comunque seguito da uno psicologo.

Solidarietà e indagini

Sulla reazione delle istituzioni italiane, l’uomo riferisce di non essere informato, ma si dice sollevato dal fatto che siano partite le indagini. In Francia, aggiunge, solo un deputato lo ha contattato, attivandosi anche con il consolato francese a Milano. Un gesto che, seppur isolato, ha rappresentato per lui un segnale di attenzione istituzionale.

Per approfondire: Famiglia ebrea aggredita in autostrada nel milanese, Romano: “Preoccupante antisemitismo”

Tags: prima pagina

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