È scomparso a 26 anni Alessandro Antonicelli, personal trainer e coach online seguito da oltre 159mila persone su Instagram e conosciuto come Pettor_Ale. Il giovane combatteva da due anni contro un osteosarcoma condroblastico, una rara forma di tumore alle ossa. La frase scelta per salutarlo – “La vita vale sempre la pena di essere vissuta” – sintetizza il senso della sua battaglia, condivisa giorno dopo giorno attraverso video, riflessioni e messaggi di incoraggiamento destinati a una community che gli è rimasta accanto fino all’ultimo.
La storia di Pettor_Ale: la diagnosi e la battaglia raccontata online
Antonicelli aveva parlato apertamente della malattia dal suo profilo social, spiegando che il dolore al ginocchio e la stanchezza cronica non erano legati all’attività sportiva, come sperava. La diagnosi era arrivata all’improvviso, proprio nel momento in cui stava costruendo il suo futuro: un trasferimento a Milano, progetti accademici e professionali, e l’iscrizione alla magistrale in scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana. “Avrei voluto si trattasse di legamenti o menisco, ma purtroppo così non è stato”, aveva raccontato, descrivendo un tumore che colpisce appena lo 0,2% della popolazione.
Chi era Pettor_Ale: sport, studio e motivazione
Originario del Piemonte, laureato in biologia, Antonicelli aveva costruito una carriera nel mondo del fitness puntando sulla motivazione e sul supporto personalizzato. Calcio, nuoto, judo e sollevamento pesi: lo sport era sempre stato il filo conduttore della sua vita, come sottolineava anche la sua presentazione ufficiale. La convinzione che ciascuno potesse raggiungere obiettivi importanti con costanza e determinazione era al centro del suo lavoro di coach.
Il messaggio di addio e l’impegno “fuck cancer”
La notizia della morte è stata diffusa con un post sul suo profilo Instagram: “Oggi il mondo è un po’ più vuoto: Ale è volato via, libero dal dolore, trovando la pace che meritava”. In poche ore, i social si sono riempiti di messaggi di cordoglio e ricordi. “Tornerò più forte di prima, è una promessa”, aveva scritto il giorno in cui annunciò la diagnosi. Una promessa che non ha potuto portare a termine, ma trasformata in impegno: amici e familiari hanno annunciato che porteranno avanti il progetto “fuck cancer”, nato da lui, come modo per continuare il suo messaggio e la sua testimonianza.
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