Milano, 29 novembre 2025 – È venuto a mancare Gian Maurizio Fercioni, figura cardine del tatuaggio italiano e artista poliedrico, scomparso all’età di 80 anni giovedì 27 novembre dopo una lunga malattia. Conosciuto come il “papà del tatuaggio italiano”, Fercioni è stato anche scenografo e costumista di grande rilievo, con una carriera che si è estesa in teatri di mezza Europa. Nel 1972 è stato tra i fondatori del Salone Pier Lombardo, insieme a personalità come Andrée Ruth Shammah, Giovanni Testori e Franco Parenti, un luogo che negli anni si è trasformato nel celebre Teatro Franco Parenti di Milano.
Gian Maurizio Fercioni: il marinaio e artista del tatuaggio
Nato a Milano, Fercioni era un “marinaio nell’anima”, come amava definirsi. La sua passione per il tatuaggio nacque nel porto di Viareggio, osservando i marinai e le loro storie impresse sulla pelle. Nel 1970 aprì a Milano il primo studio di tatuaggi, Queequeg, nome ispirato al ramponiere maori di Moby Dick, sito in via Formentini, nel cuore del quartiere di Brera. Tra le sue prime clienti vi erano anche prostitute del quartiere, che lo incoraggiarono nella sua attività pionieristica. Lo studio si è poi trasferito in via Mercato, ospitando anche un museo dedicato al tatuaggio, oggi gestito dalla figlia Olivia, che ha ereditato la passione e il talento artistico del padre.
L’eredità di Fercioni è tangibile nelle centinaia di messaggi di cordoglio e affetto condivisi sui social, segno di quanto abbia influenzato la vita di tante persone. Il Teatro Franco Parenti ha voluto ricordarlo come uno scenografo e costumista “visionario e rivoluzionario”, la cui arte è indelebile nella memoria del teatro milanese.
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Andrée Ruth Shammah e il teatro milanese: un sodalizio storico
Andrée Ruth Shammah, nata a Milano nel 1948 e direttore artistico del Teatro Franco Parenti, è stata una delle figure centrali nella vita artistica di Fercioni. Proveniente da una famiglia sefardita con radici ad Aleppo, Shammah ha iniziato la sua carriera nel mondo teatrale alla fine degli anni Sessanta, lavorando al Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Nel 1972 ha cofondato il Salone Pier Lombardo, che nel 1989 è stato rinominato in onore di Franco Parenti, assumendo la direzione artistica del teatro.
Nel corso della sua carriera, Shammah ha firmato oltre cento regie teatrali, tra cui capolavori come la “Trilogia degli scarrozzanti” di Giovanni Testori (L’Ambleto, Macbetto, Edipus), e ha portato in scena opere di autori classici e contemporanei, sperimentando con la concezione dello spazio scenico e proponendo un teatro aperto e innovativo. La sua regia ha restituito umanità e profondità a testi di Euripide, Harold Pinter, Eduardo De Filippo e molti altri.
Shammah è stata anche promotrice di iniziative culturali di grande rilievo a Milano, come il recupero degli spazi dell’ex piscina Caimi trasformata nei Bagni Misteriosi, un progetto unico in Italia che integra cultura e benessere. Tra i numerosi premi ricevuti si ricordano il Montblanc de la Culture Arts Patronage Award (2011), il Premio Paolo Emilio Poesio (2015), il Premio Marisa Bellisario (2016) e la nomina a Chevalier de la Légion d’honneur da parte del Presidente francese Emmanuel Macron nel 2019.
Un legame profondo con Milano e Brera
Gian Maurizio Fercioni e Andrée Ruth Shammah hanno rappresentato un sodalizio artistico e umano che ha segnato profondamente la cultura milanese. Fercioni, uomo di Brera, incarnava lo spirito artistico e l’eleganza del quartiere, mentre Shammah ha sempre mantenuto un’attenzione particolare alla qualità culturale e alla sperimentazione teatrale, portando avanti la missione del Teatro Franco Parenti come fulcro di innovazione e dialogo artistico.
I familiari di Fercioni hanno voluto ringraziare pubblicamente tutti coloro che lo stanno ricordando, sottolineando che verrà salutato in famiglia come lui desiderava, con un sorriso, simbolo della leggerezza e della forza con cui ha affrontato la vita. Anche il teatro, la città e la comunità artistica piangono la scomparsa di un grande maestro, capace di lasciare un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano.
