Roma, 8 novembre 2025 – Migliaia di manifestanti hanno attraversato oggi le vie del centro di Roma per la Million Marijuana March, una delle più grandi mobilitazioni internazionali a favore della legalizzazione della cannabis, che quest’anno ha assunto anche un forte carattere politico e sociale. Il corteo, partito dal Circo Massimo e giunto fino a Piazza Vittorio Emanuele II, ha espresso un netto dissenso contro il cosiddetto ddl Sicurezza, definito “norma antirave” dal governo guidato da Giorgia Meloni.
Proteste contro il ddl Sicurezza e il governo Meloni

Tra gli striscioni più emblematici della manifestazione, spiccavano immagini raffiguranti Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi come zombie, simbolo della critica nei confronti delle politiche governative in materia di sicurezza e repressione. Alessandro Buccolieri, uno degli organizzatori, ha spiegato: “Siamo qui per protestare contro i due giorni di conferenza che il governo Meloni ha organizzato contro le droghe. Il proibizionismo non ha mai funzionato da sempre. Noi abbiamo una visione opposta alla loro e per questo siamo scesi in piazza”. L’appello dei manifestanti è stato chiaro: “Noi vogliamo il diritto alla gioia, non vogliamo solo il male, vogliamo anche le rose”.
La manifestazione ha raccolto oltre 20mila persone, tra cui attivisti, movimenti studenteschi e ambientalisti, con la presenza di diverse sigle politiche, tra cui Pd, M5S, CGIL e la rete no ddl. La protesta si è sviluppata tra slogan contro il governo e richieste di libertà, con cori che hanno denunciato un clima di repressione e hanno invocato la resistenza: “Se loro fanno il fascismo, noi faremo la resistenza”.
Identificazioni e tensioni durante la giornata
La giornata di mobilitazione non è stata priva di tensioni. Nella mattinata, infatti, 15 attivisti di Extinction Rebellion sono stati fermati e identificati dalla polizia in una zona residenziale di Roma Nord. Secondo i manifestanti, la perquisizione è durata oltre un’ora e mezza e ha avuto come motivazione la “ricerca di armi atte a offendere e materiale pirotecnico”, ma tra gli oggetti sequestrati figuravano solo fumogeni colorati, acquistabili liberamente. La vicenda ha suscitato proteste e richieste di spiegazioni da parte di passanti e solidali.
L’episodio è stato interpretato dagli attivisti come un segnale dell’“arbitrarietà con cui le Questure possono esercitare azioni intimidatorie contro chi esercita pacificamente il libero dissenso”. Luca, uno dei manifestanti, ha sottolineato come il ddl Sicurezza introduca misure che colpiscono in modo sproporzionato chi dissente e chi è già marginalizzato, alimentando un clima di controllo e restrizione dei diritti costituzionali.
La manifestazione di oggi si inserisce in un contesto di crescente mobilitazione contro le politiche securitarie del governo, con un’attenzione particolare ai temi delle libertà civili, del diritto alla protesta e della necessità di ripensare l’approccio al trattamento delle sostanze stupefacenti nel paese.






