Roma, 31 ottobre 2025 – In occasione della giornata di Halloween, un gruppo di manifestanti si è radunato nel cuore di Roma, a Campo de’ Fiori, per un flashmob di solidarietà a favore di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Sotto la statua di Giordano Bruno, le partecipanti – identificate come “streghe” – hanno intonato slogan evocativi, rispondendo agli insulti ricevuti da Albanese durante un recente intervento all’ONU.
Il flashmob a Roma in difesa di Francesca Albanese

“Tremate, tremate, le streghe son tornate! Ci avete chiamato e siamo ritornate!”, hanno scandito le manifestanti che, con questo gesto simbolico, hanno voluto esprimere la loro vicinanza alla giurista italiana, bersaglio di attacchi verbali da parte dell’ambasciatore israeliano Danon, che l’aveva definita “strega”. L’iniziativa si è svolta nel pomeriggio di ieri, con un clima di forte tensione ma anche di solidarietà.
Tra le partecipanti, Annarita ha commentato duramente le parole dell’ambasciatore israeliano e quelle del rappresentante italiano, definendole “vergognose” e “sconvenienti”. “Spero siano dettate da ordini superiori”, ha detto, “perché è deludente che si parli così di una rappresentante italiana impegnata per i diritti della Palestina”. Annarita ha sottolineato come alcune dichiarazioni risultino strumentali e motivate da interessi personali: “Molti membri della comunità ebraica romana hanno legami con Israele, e questo influenza la loro posizione, che non necessariamente coincide con quella del mondo intero”.
Il profilo e il ruolo di Francesca Albanese
Francesca Albanese, nata ad Ariano Irpino nel 1977, è una giurista esperta di diritto internazionale e diritti umani, con un focus particolare sul Medio Oriente. Dal maggio 2022 ricopre il ruolo di relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, incarico che l’ha portata a denunciare pubblicamente le violazioni dei diritti umani nella regione, nonché a sollecitare la comunità internazionale a prendere provvedimenti per porre fine all’occupazione israeliana.
Il suo lavoro è stato spesso oggetto di controversie, soprattutto per le sue accuse di apartheid e di genocidio rivolte a Israele nei confronti della popolazione palestinese. Albanese ha ribadito più volte l’urgenza di un cessate il fuoco e di una tutela dei diritti fondamentali per entrambe le parti coinvolte nel conflitto, sottolineando la necessità di perseguire legalmente i responsabili delle violazioni. Le sue posizioni hanno scatenato reazioni contrastanti a livello internazionale e nazionale, con accuse di antisemitismo da parte di alcuni, e appoggi da parte di organizzazioni per i diritti umani e di settori della società civile.
Il flashmob di ieri a Roma si inserisce in questo contesto di accesi dibattiti e testimonia il sostegno che Albanese continua a ricevere da parte di gruppi impegnati nella difesa dei diritti umani e della pace.






