Napoli, 23 settembre 2025 – Sono trascorsi quaranta anni dall’uccisione di Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985 per aver raccontato la verità sulle attività criminali nel territorio. Le celebrazioni per ricordare la sua figura si sono svolte in diverse città italiane e anche all’estero, segno della portata e dell’importanza della sua eredità nel mondo dell’informazione e nella lotta contro le mafie.
La memoria di Giancarlo Siani tra impegno civile e istituzionale

Nel corso delle iniziative dedicate a Giancarlo, il fratello Paolo Siani, medico e politico, ha sottolineato come la sua memoria sia viva non solo a Napoli ma anche in altri centri importanti come Roma, Milano, Torino e Bruxelles. Proprio nel Parlamento europeo, nel pomeriggio di ieri, si è discusso del sacrificio di Giancarlo e della difficile condizione dei giornalisti minacciati o uccisi dalla criminalità organizzata.
Paolo, che ha sempre portato avanti con determinazione il ricordo del fratello, ha espresso gratitudine verso chi ha contribuito a tenere viva la sua figura e a evitare che il nome di Giancarlo venisse dimenticato. Tra le iniziative più significative spicca il Premio Siani, che coinvolge numerose scuole di Napoli e della Campania, e la partecipazione di figure pubbliche come l’attore Alessandro Siani, che ha scelto il proprio nome d’arte in onore del giovane cronista.
Un monito attuale: proteggere chi racconta la verità
Il messaggio più forte che emerge dalle celebrazioni è quello di non lasciare soli i giornalisti che si occupano di temi scomodi e rischiosi. Paolo Siani ha evidenziato come, se oggi sia possibile parlare liberamente di certe realtà, ciò rappresenti un vero e proprio “miracolo di Giancarlo”. Tuttavia, ha denunciato con forza il pericolo che ancora oggi si corre quando si scrivono notizie contro le mafie, soprattutto se si è isolati.
Ha inoltre lanciato un duro richiamo nei confronti delle istituzioni, ricordando che è “gravissimo che persino il governo abbia spiato chi racconta la verità”, ribadendo così la necessità di un sostegno concreto e reale a chi lavora per la trasparenza e la giustizia.
Le celebrazioni per i 40 anni dalla morte di Giancarlo Siani rappresentano quindi non solo un momento di ricordo, ma anche un invito a mantenere alta la guardia e a difendere la libertà di informazione e la sicurezza dei giornalisti che, come lui, rischiano la vita per fare emergere la verità.
Fonte: Raffaele Accetta - Giancarlo Siani, 40 anni fa la morte. Il fratello Paolo: "Non lasciamo soli i giornalisti"






